Sicignano_675

Sul caso del pensionato di Vaprio d’Adda che ha ucciso un ladro introdottosi nella sua villetta, l’invito formulato su questo sito da Daniela Gaudenzi e Otello Lupacchini – non trasformiamo la legittima difesa in una licenza di uccidere – mi pare condivisibile non solo sulla base del diritto, ma del semplice buonsenso, come vedremo. Siccome però alla pistola che spara seguono sempre le sciocchezze di tutti i pistola, come dicono in Lombardia, che simpatizzano con i pistoleri, aggiungerei tre rapide osservazioni per chiarire la situazione al lettore digiuno di diritto. Se non si approfitta di queste occasioni per fare chiarezza, infatti, si corre il rischio che i casi come questi si moltiplichino, e che altre persone si caccino nei guai per ignoranza dei loro diritti e doveri.

La prima osservazione è che se i fatti si sono svolti come ha dichiarato lo sparatore, questo è un caso di legittima difesa, e le accuse cadranno, mentre se si sono svolti come avevano ipotizzato gli inquirenti – il ladro ucciso disarmato sulle scale – sarebbe un caso di eccesso colposo in legittima difesa (non di omicidio volontario). Le indagini e i processi servono appunto a stabilire i fatti: quando si ammazza qualcuno, questo è il minimo che possa capitare. Sia in caso di legittima difesa sia in caso di eccesso colposo, comunque, lo sparatore si sarebbe risparmiato una montagna di guai se avesse esploso un colpo in aria prima, e anche se avesse evitato di farsi strumentalizzare dai politici-pistola poi. Questo gli direi, se fossi il suo avvocato o anche solo suo figlio.

La seconda osservazione è che quando la destra o qualche succubo renziano parlano di riformare la legittima difesa, dimenticano che l’art. 52, stabilito dal codice penale fascista, è stato già riformato nel 2006 da un ministro della giustizia leghista. Riformarlo ancora porterebbe davvero a una licenza di uccidere incompatibile con la Costituzione.

La terza osservazione è che i limiti alla legittima difesa e all’uso legittimo delle armi non servono solo a tutelare la vita dei delinquenti, come crede il direttore del Giornale Sallusti, ma anche quella delle vittime di furti e rapine: basta confrontare le percentuali degli omicidi in Italia e negli Stati Uniti per accorgersi che il far west non conviene a nessuno. Mio padre, ex-carabiniere, diceva che avere un’arma può essere più pericoloso che non averla, se uno cede alla tentazione di usarla anche quando non dovrebbe.

 

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