L’Anpi e l’Aned non parteciperanno alla cerimonia che si tiene il 2 novembre al Cimitero Monumentale di Milano per protesta contro l’iscrizione di Franco Servello al Famedio. L’inserimento del parlamentare (dal 1954 al 2006) prima del Movimento sociale italiano e poi di Alleanza Nazionale nell’edificio destinato alla sepoltura e alla memoria di personaggi illustri legati a Milano era stato deciso all’unanimità da una commissione consiliare di Palazzo Marino. “L’esponente missino – spiegano con una nota congiunta l’associazione partigiani e quella degli ex deportati – non ha mai rinnegato il suo passato e le sue nostalgie fasciste e fu tra gli organizzatori, con altri esponenti dell’Msi, della manifestazione neofascista del 12 aprile 1973, vietata dalla questura di Milano, nel corso della quale per gli incidenti provocati dai neofascisti venne ucciso Antonio Marino, guardia di pubblica sicurezza, insignito il 5 maggio del 2009 dalla presidenza della Repubblica della medaglia d’Oro al merito civile. Poco importa se gli organizzatori della manifestazione furono assolti dalla magistratura. La responsabilità politica degli incidenti ricade tutta sui promotori. Consideriamo l’iscrizione di Servello gravemente contraddittoria con la dichiarata sensibilità espressa dall’amministrazione comunale che, tra le priorità inserite nel suo programma di governo, ha posto il valore dell’antifascismo”.
Già nei giorni scorsi le due associazioni erano intervenute. “Servello è stato un fascista durante il Ventennio e in tutta la sua lunga vita politica postbellica non ha mai rinnegato i suoi ideali – ha commentato l’Aned – Accoglierlo nel Famedio suona come una offesa a Milano che è città Medaglia d’oro alla Resistenza. La nostra associazione fa appello al sindaco Giuliano Pisapia e a tutte le forze politiche democratiche e antifasciste presenti in Consiglio comunale perché venga revocata una decisione che turba e indigna”. Anche il presidente dell’Anpi, Carlo Smuraglia, si era chiesto “come è possibile che nessuno nell’amministrazione comunale, né il sindaco, né la giunta, si sia opposto o abbia protestato. Questo è il vero dramma di questo Paese, che possano accadere cose del genere in una città democratica e non ci sia una reazione”.
Morto a 93 anni il 14 agosto dell’anno scorso, al funerale di Servello alla chiesa milanese di Sant’Eufemia, alcuni dei presenti avevano salutato per l’ultima volta l’ex parlamentare con il saluto romano, oltre alle bandiere della Fiamma tricolore. Su Repubblica il Comune di Milano aveva spiegato che “l’arrivo al Famedio del dirigente missino è stato praticamente automatico perché Servello in vita era già stato dichiarato cittadino benemerito (nel 2006 aveva ricevuto anche l’Ambrogino d’Oro, ndr)”. “Così come istituzionalmente era una figura che non poteva essere esclusa – aveva spiegato il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo, eletto con la Federazione della Sinistra – altrettanto istituzionalmente trovo legittima la sollevazione del problema da parte dell’Anpi”.