Musica

MTV European Music Awards 2015, la ‘superstar’ è Justin Bieber: 5 premi per lui (che non sorride mai)

Macklemore & Ryan Lewis, Marco Mengoni, Ellie Goulding, Duran Duran e molti altri i protagonisti della kermesse musicale in scena ieri sera a Milano

di Michele Monina
MTV European Music Awards 2015, la ‘superstar’ è Justin Bieber: 5 premi per lui (che non sorride mai)


C’è stato un periodo, diciamo a cavallo tra i due millenni, in cui MTV è stata la televisione capace di costruire l’immaginario di una generazione, o quantomeno di incarnarlo. Questo in Italia, perché in realtà, Brett Easton Ellis ce l’ha dimostrato coi suoi primi romanzi, negli USA, dove MTV è nata, la faccenda era iniziata anche un po’ di anni prima. Arrivata in Italia esattamente venti anni fa, nel 1995, MTV ha segnato a lungo il passo, pensate a programmi come Kitchen, apripista dei programmi in cui si cucina dentro il piccolo schermo, con un Andrea Pezzi smagliante e un Morgan eccentrico a fargli da spalla, pensate a Brand New o Avere vent’anni, entrambi a firma e conduzione di Massimo Coppola, ma pensate anche a tutti gli eventi Live, che hanno portato qui da noi, solo per fare un nome, i R.E.M. in più di una occasione, concerti fatti con tutti i crismi del live, ma pensati anche per la televisione, se vi pare poco.

Ecco, oggi, anno del Signore 2015, dopo che Youtube, prima, i social poi hanno smantellato la mission principale della Music Television, costringendo la rete a reinventarsi sotto altre spoglie, sono proprio i megaeventi dal vivo il punto di forza di MTV, nonché, probabilmente, l’ultimo serio legame col passato, quando si attendeva con ansia l’uscita di un nuovo videoclip, preannunciato, come del resto accadeva anche con gli album e i singoli. Quindi è con una certa emozione che ci si appresta a guardare gli MTV European Music Award, gli Oscar della musica europea della rete in questione, in scena al Forum di Assago. Per una intera settimana Milano, già invasa in ogni luogo e in ogni lago dal popolo di Expo, è stata animata da eventi dal vivo. Concerti, showcase, dj set, presentazione, incontri, tutti gli angoli della città hanno goduto di questa momentanea centralità musicale, con l’apoteosi di sabato sera, nel megaconcerto di Piazza Duomo che ha avuto nei Duran Duran, redivivi, in Marco Mengoni e nella divina Ellie Goulding le tre teste di serie.

Un megaevento che ha portato in piazza oltre centomila persone e che ha dato modo anche a artisti emergenti come Santa Margaret di mettersi in mostra, riportando attuale quella che per anni è stata una caratteristica di MTV: far conoscere il nuovo, dandogli luce e lustro. Gli EMA, quindi. Uno show sfavillante, nella migliore tradizione del brand, con un Ed Sheeran meno goffo di quanto ci si potrebbe aspettare e una affascinante Ruby Rose, protagonista di Orange is the new black, icona lesbica senza rivali, nei ruoli di padroni di casa e una serie di ospiti internazionali da far paura. Due padroni di casa ben assortiti, l’uno ironico e patatone, l’altra altera e decisamente enigmatica, un po’ come evidenziato nella prima gag dello show, che vedeva Ruby usare un lanciafiamme e Ed una pistola che sparava coriandoli.

Lo show, a dire il vero, dopo il solito gioco del Red Carpet, era iniziato con Macklemore e Ryan Lewis e a seguire Jaso DeRulo, live, come dire, è bene iniziare con un paio di assi, tanto per non lasciare nulla all’immaginazione, in fatto di aspettative. Lo spettacolo ha poi sciorinato tutto quel che c’era da sciorinare, nella migliore tradizione di casa MTV, facendoci ripiombare nel nostro passato, quando appunto MTV era centrale, quando i video li si vedeva, non solo ascoltava con lo smartphone. Passato che è diventato deja vu quando a ricevere il premio nuovo di zecca pensato appunto per loro sono arrivati sul palco i Duran Duran: Brett Easton Ellis non avrebbe saputo fare di meglio.

Nel mezzo tutto quel che ci deve essere, scollature mozzafiato, look bizzarri, battute spesso incomprensibili ai più, essendo lo spettacolo pensato per un pubblico internazionale e quindi parlato inglese. Primo premio, Best Male, a Justine Bieber, di rosso vestito e ogni giorno un po’ meno bambino di come lo abbiamo conosciuto anni fa. Diversi anni fa, visto che è il sesto MTV EMA di fila che vince, sempre per la stessa categoria. Marco Mengoni vince il World Wide Act Europe, meritato. Ringrazia con un video in cui prova a parlare inglese. Simpatico.

La vera domanda è sul perché il vincitore per la categoria Europe, per di più italiano nell’edizione tenutasi in Italia, compaia solo in video. Ma la risposta sta forse nel fatto che veniamo legittimamente considerati provincia dell’impero. Proseguiamo. Ed Sheeran porta a casa il Best World Stage, ma non ritira, essendo impegnato a fare il presentatore. Da però vita a uno di quei video ch sono in effetti un classico degli Award di MTV. Ecco, non proprio tutto dei tempi d’oro di MTV ci manca poi così tanto, viene da pensare guardandolo. È la volta di una esibizione live.

Ellie Goulding arriva sul palco per spiegarci come si possa lasciare momentaneamente la dance per sfornare una ballad fatta come Dio comanda. Love me live you do, più bella in studio che live, ma pur sempre una gran pezzo. La scenografia ricorda la Fortezza della solitudine di Superman. La scollatura generosa è invece in perfetto stile EMA. I capelli gialli di Ellie, beh, incommentabili. Best Hip Hop Nicki Minaj, meritatissimo. Assente saluta via video, sempre con abbondante scollatura esibita. Niente scollatura, ma un sacco di tatuaggi per i Twenty One Pilots, live da piazza Duomo gremitissima, piano e batteria per una bella version di Tear in my heart, punkpop per ragazzini. Solito intermezzo, con Ed Sheeran stavolta in compagnia di Andrea Bocelli. Il cantante italiano deve degli le dritte su cosa dire in italiano. e dopo un paio di tentativi il suo “potete riportare indietro Nicki Minaj” vale la serata.

Il Best Video va a Macklemore & Ryan Lewis per Downtown. Il premio sarebbe dovuto andare a Elastic heart di Sia, senza se e senza ma. Pazienza. Ed Sheeran sale sul palco, per cantare Thinking out loud. Lo fa bene, come da copione. Ruby Rose è in sostanza la vera presentatrice della serata, e va bene così. Annita, non chiedeteci chi sia, vince l’Award Latino.
Pubblicità. Ecco, se c’è qualcosa che supera quantitativamente scollature e tatuaggi sono gli spot, piazzati ovunque, ogni cinque minuti. Forse un po’ troppi. Anzi, senza forse.
Torna Ed, mojito in mano, e introduce Justin Bieber. Roba fatta a tavolino, ci fanno notare, ma rispetto ai nostri tavolini ci deve essere gente parecchio più brava e talentuosa. Ad avercene.
Altro premio proprio per Justin, quello destinato al North America, e glielo porge direttamente Ruby Rose.

È invece Marc Ronson, il re dei produttori, a premiare Ed Sheeran per il Best alive, vincitore su Katy Perry, Foo Fughters, Lady Gaga e Tony Bennet e Taylor Swift. Misteri degli EMA.
Ancora pubblicità. Che gli EMA siano tarati per uomini con problemi di prostata più che per i teen ager? Durante gli spot passa un pezzetto di video di Here, di Alessia Cara, una ragazzina dell’Ontario da tenere d’occhio. Una sorta di antipopstar, davvero talentuosa. Ci perdiamo un premio, quello a Diamond Platnumz per Africa e India. Pazienza.

Arrivano in compenso i Duran Duran, vincitori del nuovo premio, Video Visionary. Loro sono giganteschi, meritano questo e altri premi. Non invecchiano neanche troppo, maledetti.
È la volta di Jess Glynne. Grande performance per un brano tutto da sentire. Come tutto da sentire è James Bay, uno che riconcilia con la musica e di cui la musica dal vivo non fa che evidenziare il talento cristallino. Due belle esibizioni, più musicali che televisive, perché lo show è fatto anche di note. Ennesima gag video, in cui l’Italia viene presentata come il paese della pizza, roba forte.
Un po’ di premi a distanza, tra gli altri a One Direction e Rihanna, Best Female. Poi pubblicità.

Se vedo un’altra volta lo spot di Guitar Hero con Lenny Kravitz getto la tv dalla finestra tipo John Bonham. Sale sul palco quella che probabilmente è l’artista più interessante tra quelli presenti al Forum, Charli XCX, ma è per presentare un premio, il Best Collaboration che si prendono il solito Justin Bieber con Skrillex e Diplo. Purtroppo ritira solo Justin, il meno interessante dei tre. Ha sbancato, Justin, chissà perché non sorride mai. Ed e Ruby si fanno vedere insieme, occasione rara e perdibilissima. Tocca alla giovane cantautrice americana Tori Kelly. Zero show, solo musica. Il suo brano cita Tlc, Fugees e altri campioni R’n B, e col suo fare rockeggiante convince in pieno.

Due ore, pensiamo, sono anche troppe per non avere sbavature, ma se la Rai e chi fa il Festival di Sanremo chiedesse dritte ai ragazzi di MTV, magari al nostro Luca De Gennaro, direttore di lungo corso, non potremmo che guadagnarne tutti. Altro premio consegnato da artiste che avremmo voluto sentire, le Fifht Harmony, pop band tutta al femminile davvero interessante. A loro il compito di premiare il Best Look. Tra le nomination spiccano Taylor Swift e Nicki Minaj, ma ovviamente vince Justin Bieber, fatto che ci rammenta, senza pietà, perché MTV non sia più così centrale nel nostro immaginario. Justin Bieber, Cristo Santo, che ovviamente non sorride. Ed Sheeran continua a bere, tanto quanto Ruby Rose a mostrarsi generosamente. Lo capiamo. Arriva sul palco Pharrel Williams, vestito come uno di quegli operai della famosa foto, quelli che mangiano su una impalcatura sospesa nel vuoto. Canta Freedom. Lui è un grande produttore. Uno dei più grandi, oggi. In studio sa davvero far quel che gli pare, anche cantare bene. Lo spettacolo finisce. Bello, tutto molto bello. Anche i momenti meno riusciti. MTV queste cose le sa fare. E fa piacere che per una volta le abbiano fatte a Milano, come a sancire un periodo in cui ci si può illudere di essere il centro del mondo, poi arriva novembre e tutto passa.

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