Nove arrestati di un’inchiesta di camorra della Dda di Napoli stanno per essere scarcerati e altri sette hanno seguito la stessa sorte poche ore dopo perché “il Gip ha copiato pedissequamente la richiesta del pm, addirittura riproducendo la medesima suddivisione in paragrafi e utilizzando le stesse parole”, dunque l’ordinanza difetta del requisito della “autonoma valutazione” da parte del giudice, come previsto dalla legge 47/2005 che ha riformato l’istituto della custodia cautelare. Così la 12esima sezione del Riesame di Napoli, presidente Teresa Arienello, ha annullato gli arresti dell’inchiesta sui poliziotti infedeli del commissariato di Marcianise (Caserta), coinvolti in un giro di droga, sesso e protezioni al clan Belforte, e accusati  anche di aver scortato abusivamente il cantante Gigi D’Alessio (estraneo alle indagini). Il provvedimento di 5 pagine, depositato in queste ore, asserisce che “l’intervento del legislatore si è ritenuto necessario in considerazione della circostanza, che non sfugge agli addetti del settore, che l’avvento della tecnologia con la trasmissione informatica dei files ha inciso profondamente sulla tecnica di redazione dei provvedimenti cautelari consentendo la trasposizione di intere parti di informativa (…) atti di indagine che in passato necessariamente venivano riportati per sintesi ragionata, risultando in tal modo sottoposti ad un vaglio, sia pur minimo, del giudice”.

Il Riesame sottolinea che l’ordinanza non può limitarsi “alla mera elencazione de materiale investigativo” ritenendolo “auto evidente” ma deve contenere anche la “autonoma valutazione degli indizi”. E censura l’ordinanza emessa dal Gip Carlo Modestino su richiesta del pm Luigi Landolfi: “Pur a fronte di un contenuto ineccepibile dell’atto sul piano formale di completezza, ci si trova di fronte ad una mera adesione acritica alle scelte dell’accusa”. Che il Gip, secondo i giudici del Riesame, “ricopia in toto”.

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