E' il compromesso raggiunto da viale Aldo Moro ritrattando in parte il primo annuncio dell'assessore alle Infrastrutture Raffaele Donini: l'intervento viene accantonato ma non cancellato. Rimangono di primaria necessità i potenziamenti dei collegamenti ferroviari. Critiche per l'assenza del sindaco M5S Federico Pizzarotti nella seduta dedicata all'argomento in provincia
Non stralciata del tutto, ma opera di importanza secondaria. La Regione cerca una sorta di compromesso dopo l’annunciata retromarcia sulla realizzazione dell’autostrada Tirreno-Brennero che ha scatenato polemiche e malumori all’interno dello stesso Pd, senza però arretrare del tutto. Ritrattando in parte il primo annuncio dell’assessore alle Infrastrutture Raffaele Donini che aveva affermato di voler eliminare l’infrastruttura dalla lista delle opere strategiche da presentare al Governo, la giunta regionale lunedì 26 ottobre ha deciso di inserire il secondo lotto del corridoio che collega l’A15 all’A22 come opera di priorità 2. Una scelta che dunque accantona momentaneamente, e non cancella, il progetto, lasciando però aperte le porte a un eventuale cambio di rotta futuro, nel caso si trovassero risorse. Di primaria necessità rimangono invece gli interventi per il potenziamento dei collegamenti ferroviari, come il raddoppio della linea Pontremolese, a cui andrà un investimento di 2 miliardi totali.
Proprio poche ore prima della seduta di giunta, la Provincia di Parma con un documento votato da sette rappresentanti su dieci aveva chiesto di mantenere il raccordo autostradale tra i piani prioritari della Regione parallelamente al raddoppio della Pontremolese. Ma l’appello non è stato accolto del tutto. La retromarcia di Bologna sull’opera nelle scorse settimane ha spaccato il Pd, che si è ribellato alle decisioni del partito a livello regionale, unendosi alla Lega Nord nella richiesta di proseguire nella realizzazione della bretella. Questa la posizione espressa dalla direzione provinciale del partito e da molti amministratori del territorio, ad eccezione di quelli che prima dell’estate avevano marciato insieme alle associazioni ambientaliste contro l’ennesima colata di cemento nella Food Valley e di esponenti più attenti alla salvaguardia del territorio, come il capogruppo in consiglio comunale Nicola Dall’Olio, che aveva tuonato contro il suo stesso partito: “Dispiace che sulla questione della TiBre autostradale – aveva detto nei giorni scorsi – una parte del Pd di Parma insegua le posizioni della Lega e vada contro le indicazioni della Regione e del Governo”.
La questione ha creato una vera e propria spaccatura politica nel parmense. Tra i contrari, anche il M5s, mentre gli Industriali della città e persino i parlamentari e consiglieri regionali Pd si erano uniti al fronte del sì TiBre, trovando come soluzione perfetta l’idea di portare avanti sia gli investimenti su ferro che su gomma. Come se non bastasse, l’ultimo consiglio provinciale ha creato anche una frattura tra M5s e forze ambientaliste, perché il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, ha disertato la seduta dell’assemblea dei sindaci in cui doveva essere votato un documento in opposizione alla TiBre da inviare in Regione. La sua assenza inoltre avrebbe fatto slittare l’assemblea dei sindaci che avrebbe dovuto discutere proprio sul tema. Per questo Legambiente, Wwf, Lipu, Il Coordinamento dei comitati contro le autostrade Cr-Mn e Ti-Bre in una nota si sono detti “sconcertati dalla mancata partecipazione del sindaco Pizzarotti che ha dato sponda alle forze di Pd e centrodestra favorevoli all’autostrada Tibre”.
Le pressioni a favore dell’opera erano arrivate, oltre che dal consigliere regionale del Carroccio Fabio Rainieri, anche dai governatori delle Regioni interessate dal progetto, Lombardia, Liguria e Veneto. Roberto Maroni, Giovanni Toti e Luca Zaia avevano chiesto al presidente Stefano Bonacini e anche al ministro Graziano Delrio di non abbandonare l’arteria considerata “fondamentale per lo sviluppo infrastrutturale della nostra area, migliorando i collegamenti tra queste Regioni e gli spostamenti per i nostri cittadini e per le nostre imprese”.
Anche di fronte all’ultima richiesta arrivata dal consiglio provinciale di Parma però, la Regione non ha potuto fare altro che ribadire la propria posizione, pur lasciando aperto uno spiraglio per il futuro: “Per noi la priorità – ha confermato Donini – è il potenziamento della linea ferroviaria Pontremolese, il secondo lotto del TiBre è priorità 2”. Diverso il discorso per quanto riguarda invece il primo lotto dell’opera, il cui cantiere aprirà nell’imminenza. Per questi lavori la Regione ha proposto un intervento di 50 milioni per rendere funzionale la bretella e collegarla alla Cispadana con una strada ordinaria.