Si ritiene generalmente che la psicoterapia vada bene solo per problemi che hanno una base psicologica, mentre per i problemi legati allo scompenso di sostanze cerebrali siano indicate solo le cure farmacologiche.
E’ uscito qualche giorno fa su Stateofmind un articolo molto interessante sui rapporti tra psicoterapia e modificazioni neurali, ne voglio riassumere qui il concetto principale. Il mio naturalmente è un interesse di parte, ma magari è utile anche a chi è meno “di parte” di me.
Alcune ricerche scientifiche evidenziano che la psicoterapia produce modificazioni nel cervello, esattamente come un agente chimico. Negli ultimi anni le neuroscienze hanno studiato approfonditamente quella che viene chiamata plasticità neurale, cioè la capacità del cervello di modificarsi sia durante lo sviluppo che da adulto, a seguito di esperienze e influenze ambientali, pensiamo per esempio ai processi di apprendimento e di memoria.
Ogni comportamento umano è il risultato di un processo di apprendimento, anche le azioni più automatiche comportano il coinvolgimento del sistema nervoso centrale che riceve le informazioni dall’ambiente le confronta con le informazioni già presenti e le conserva attraverso la memoria.
L’apprendimento di qualcosa di nuovo lascia una traccia nel sistema nervoso. Qualsiasi processo mentale di natura psichica o relazionale, è il risultato dell’attività dei neuroni cerebrali e viceversa, qualsiasi esperienza o cambiamento dei processi psicologici e cognitivi va a modificare la struttura del nostro cervello.
La psicoterapia è una fonte di cambiamento perché stimola la costruzione di punti di vista alternativi, di modi nuovi di pensare e conseguentemente di comportarsi. È quanto sostiene Eric Kandel, psichiatra statunitense premio Nobel per la medicina e fisiologia, egli considera la psicoterapia un trattamento biologico a tutti gli effetti. Secondo Kandel l’apprendimento genera nel cervello nuove condizioni, modificando l’encefalo provoca un rafforzamento dei legami tra i neuroni (sinapsi).
Il cervello può essere modificato, le esperienze, il pensiero, la memoria e l’apprendimento possono modificarne la struttura. La mente è perciò il risultato del rapporto che si crea tra processi neurofisiologici e esperienze di vita.
La riduzione di una sofferenza psicologica o di una psicopatologia può essere dunque ottenuta con la psicoterapia anche nei casi classicamente trattati farmacologicamente, sicuramente nei disturbi d’ansia e dell’umore che sono i disturbi più studiati dalla psicoterapia cognitivo comportamentale.