Confesso che Luciana Littizzetto, pur non priva a volte di umana simpatia e di un certo suo sex appeal molto particolare, non mi ha mai fatto sganasciare dalle risate. La sua vis comica è più che altro rivolta a épater le bourgeois, nella persona del telespettatore medio non troppo sveglio, che ride soddisfatto vedendo la Luciana che ne dice di tutti i colori a proposito di questo e di quello, usando il sesso e gli escrementi come armi verbali. Niente di male, ovviamente, anzi. Sono per la libertà di parola, nei limiti previsti dalle convenzioni internazionali, dal rispetto della reputazione altrui e dalla necessità di punire l’istigazione all’odio e alla guerra civile.
Tuttavia qualcosa va detto a proposito dell’ultima uscita della comica, che gode di un’invidiabile pole position in prima serata grazie al suo inossidabile sodalizio con Fabio Fazio. La Littizzetto ha detto che il Movimento Cinque Stelle è una “cacca”. Il giudizio ovviamente, proveniente da tanta comica, non ha avuto bisogno di essere argomentato e la sua funzione è quella di dare voce all’ostilità di sostenitori e funzionari della casta trasversale che governa malissimo questo Paese dall’inizio degli anni Novanta e che vede come il fumo negli occhi il Movimento. Non so se vi siano motivi di più personale risentimento, legati ad esempio a qualche velleità di ridurre gli esosi compensi che la stessa percepisce insieme ad altri “mostri sacri” dello spettacolo televisivo, che il regime ci propina a dosi quotidiane alla stregua di narcotico del pensiero critico.
Pur non avendo lesinato critiche anche dure a Grillo ed altri, penso invece che il Movimento Cinque Stelle abbia diritto ad attenzione e rispetto. E non sarebbe male se anche la Rai adottasse un atteggiamento improntato a tali principi. Si tratta in effetti di uno dei principali partiti italiani, ma anche se fosse una piccola minoranza non cambierebbe il giudizio. Fenomeno originale e contributo tipicamente italiano alle prassi che emergono in vari Paesi nel contesto di crisi verticale della democrazia determinato dall’agonia del capitalismo reale e dal dominio della finanza, il Movimento Cinque Stelle è tutt’altro che “cacca”. E’ invece un movimento politico di donne e uomini che nasce dal discredito di cui tutta la casta politica italiana, nessuno escluso, si è macchiato negli ultimi vent’anni e costituisce un potente antidoto alla crisi di fiducia, altrimenti distruttiva che si abbatte sulle istituzioni cosiddette democratiche. Ciò lo ha affermato più volte lo stesso Grillo e su questo non posso che essere d’accordo con lui.
Non solo. Si tratta di una formazione politica anche in grado di dare un enorme contributo al rinnovamento effettivo di questo Paese. A condizione di chiarire talune ambiguità di fondo relative certamente alle ricorrenti scivolate xenofobiche di Grillo, ma anche alla neanche troppo sorprendente acquiescenza di Grillo e Casaleggio al neoliberismo e all’ideologia dominante in materia di debito. Non certo per ascrivere un Movimento Cinque Stelle depurato da tali caratteristiche deteriori al campo di una vecchia sinistra che non ha oggi ovviamente senso riproporre in quanto tale, ma per ridefinire il campo della necessaria alternativa per l’Italia e per l’Europa. Per costruire tale campo di opposizione e alternativa occorre a mio avviso tenere ben presente quanto affermato di recente da Maurizio Landini: “Di fronte a un governo che va avanti con una strategia precisa occorre chiedersi se anche noi abbiamo una strategia, per cambiare questo Paese in modo opposto a quanto sta facendo il governo. Ma se è possibile un’altra strada, penso che nel metodo si debba allargare il più possibile la partecipazione”. Ciò è indispensabile per ridare un senso alla democrazia a fronte della democrazia “assertiva” o “francamente autoritaria” di cui si fa interprete Renzi, nella stimolante analisi di Raffaele Simone.
Questo discorso trascende ovviamente la a volte simpatica Littizzetto e le sue boutades. Le quali, in questo caso valgono a mio avviso anche meno dell’elemento da lei poco graziosamente invocato a proposito del Movimento Cinque Stelle.