Il presidente della Commissione Europea ribadisce che non ci saranno spazi per l'utilizzo delle risorse per voci diverse da quelle della questione immigrazione. Ma il Pd: "L'Ue riconosce e ripaga gli sforzi degli Stati"
Flessibilità per le spese dovute alla questione migranti. Ma applicata solo se i Paesi “riescono a dimostrare i costi enormi”. A spazzare via i dubbi sull’utilizzo delle risorse che gli Stati chiederanno per l’accoglienza è il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. “Siamo di fronte ad una situazione di eccezionalità”, ammette Juncker, ma la flessibilità sarà “applicata Paese per Paese” purché siano “sforzi straordinari”. Juncker ha peraltro sottolineato che “anche tra i grandi Paesi c’è chi non fa sforzi sufficienti”. “Il divario tra le promesse e la realtà deve essere colmato, altrimenti perdiamo la nostra credibilità” ha aggiunto il presidente della Commissione europea. Davanti all’assemblea plenaria dell’Europarlamento Juncker ha ricordato che rispetto all’impegno preso il 22 settembre “mancano ancora 2,3 miliardi” da parte dei governi che “tutti insieme hanno messo finora 483 milioni”. Al vertice di La Valletta con l’Africa “dobbiamo arrivare con le tasche piene di promesse ma anche di impegni solidi”.
Quello che potrebbe suonare male alle orecchie del governo italiano è tuttavia proprio i limiti stretti fissati in termini di flessibilità. L’esecutivo infatti non nasconde di puntare proprio su maglie più larghe per abbassare l’Ires, l’imposta sul reddito d’impresa. Nel Def, come aveva già scritto ilfattoquotidiano.it, il governo aveva chiesto flessibilità per 3,3 miliardi, ma secondo i dati dei ministeri l’Italia ne spende solo 1,1.
Tuttavia l’interpretazione del Pd delle parole del presidente della Commissione Ue è un po’ diversa. “Oggi Junker ha annunciato la flessibilità per quei Paesi che hanno compiuto uno sforzo straordinario per far fronte ai flussi migratori – dice Micaela Campana, responsabile Immigrazione del partito – Finalmente l’Europa apre gli occhi e abbandona le logiche meramente ragionieristiche che l’hanno ispirata fino ad ora”. Per la Campana il merito è anche “dell’azione costante del governo italiano che ha portato il tema ad essere un punto di discussione dell’agenda Ue”. Lo stesso dice l’europarlamentare democratico David Sassoli: “Il governo Renzi aveva visto giusto: concedere maggiore flessibilità ai Paesi che sono in prima linea nell’emergenza immigrazione. Bene Juncker ad aver rilanciato la proposta italiana”.