A tutt’oggi, nella Casa di Reclusione di Rebibbia, i panni si lavano nel lavandino o sotto la doccia. Chi può, per quanto possibile, li manda fuori a mogli e compagne che poi li riportano puliti al colloquio settimanale.
L’idea di una lavanderia, brillante quanto semplice, viene dal circolo Arci e dal gruppo universitario interni all’Istituto. Subito coinvolta la nostra scuola “J. von Neumann”: il prof. Roberto Petrella ha dedicato un buon numero delle sue lezioni di Economia aziendale con i suoi studenti, invece che su esercizi ipotetici, a un business plan che prevedesse tutte le considerazioni necessarie per l’apertura di un servizio del genere. I ragazzi hanno potuto così esaminare approfonditamente un caso concreto che, oltre a soddisfare direttamente una propria esigenza, potrà fornire a loro stessi un’ottima occasione di lavoro. I risultati dell’analisi sono stati presentati al direttore, al comandante di Polizia penitenziaria e all’area educativa, che hanno subito dato la propria disponibilità a compiere tutti gli atti necessari per l’avvio dell’attività; anzitutto individuando uno spazio da attrezzare adeguatamente e poi coinvolgendo per la gestione una cooperativa già operante all’interno del carcere.
A quel punto restava scoperto un aspetto non secondario: come finanziare l’acquisto dei macchinari in tempi di ristrettezze di bilancio per tutti? Il prof. Petrella, membro del Rotary Club, ha coinvolto la dott.ssa Lucia Viscio, neoeletta presidente della sezione Roma Cassia, che si è impegnata a fornire una buona parte dei fondi necessari. Per il resto si è organizzata una serata a sottoscrizione presso il teatro Italia di via Bari, dove sono intervenuti i migliori comici della capitale. Tra i biglietti d’ingresso e quelli di una pesca di beneficenza si è giunti alla completa copertura del budget previsto. I macchinari possono essere acquistati.
Fatta eccezione per chi, forse, crede che l’afflittività della pena debba passare per le sofferenze più insensate, si può certamente parlare di una buona notizia: una rara, perfetta sinergia tra uffici apicali del carcere, circoli e gruppi di detenuti, scuola e studenti, mondo delle associazioni e dello spettacolo. Tutto per una iniziativa che contribuirà al decoro e l’igiene dei reclusi e, contemporaneamente, allevierà le famiglie già sovraccariche da una fastidiosa incombenza. Infine, nel pacco che settimanalmente viene recapitato si libererà spazio per altri beni più necessari, a cominciare dagli alimenti. In tal modo i detenuti risparmieranno una quantità di denaro certamente superiore a quella che dovranno spendere per il loro bucato, visto anche che i prezzi praticati saranno volutamente tenuti bassi per permettere a tutti di avvalersi del servizio.