“Cercasi assessore donna”. L’appello è stato lanciato dal sindaco di Miradolo Terme (Pavia) con un bando sul sito ufficiale del comune dopo che il Tar a metà ottobre ha azzerato la giunta del paesino pavese, 4mila anime, dove gli uomini erano il 100%: quattro assessori su quattro. Ma quando mancano pochi giorni alla fine del bando (31 ottobre), ha ricevuto una sola candidatura: “Speriamo che ne arrivino altre”, ha detto il primo cittadino, eletto con una lista civica, Giampaolo Troielli al Corriere della Sera.
Nelle giunte dei comuni sopra i 3mila abitanti, infatti, entrambi i sessi non devono essere rappresentati sotto il 40%. Una regola che però non era stata rispettata a Miradolo Terme, tanto che dopo un ricorso dell’opposizione, i giudici amministrativi hanno sospeso tutta la giunta in attesa del giudizio di merito del prossimo 10 febbraio. Da qui la decisione di fare un bando aperto fino al 31 ottobre. Se non dovessero arrivare candidature adeguate, il sindaco ha già pronto un “piano B“: chiedere a due consigliere elette nella sua lista: “Si erano dette disponibili a ricoprire l’incarico – ha detto Troielli – ma solo dall’inizio dell’anno: una perché sta completando gli esami universitari e l’altra perché sta finendo di risistemare casa. Fino a gennaio e febbraio non avrebbero quindi il tempo necessario”.
Già a giugno quando la giunta si stava formando, Troielli aveva tentato di risolvere la questione ma senza risultati. “Avevo sondato cinque donne e nessuna era disponibile a impegnarsi immediatamente”. Così qualche giorno fa, il 24 ottobre, sul sito istituzionale è stato pubblicato un avviso esplorativo. Alle “aspiranti assessore”, oltre ad accettare il programma della maggioranza, è richiesto di essere cittadine italiane, non avere conflitto di interesse con la carica rispetto al loro lavoro e non essere parenti stretti del sindaco. Infine avere abbastanza tempo da dedicare alla pubblica funzione.