“Non ho niente da chiedere o da negoziare, presto comunicherò la mia decisione sulle dimissioni”. Ignazio Marino annuncia la resa dei conti, all’indomani del faccia a faccia con il commissario del Pd romano Matteo Orfini (concluso senza decisioni) e nel giorno in cui i giornali pubblicano retroscena su Renzi “spazientito”, “inflessibile”, “pronto a nominare un commissario al posto del primo cittadino”. Ma la scelta, almeno fino al due novembre, giorno in cui la dimissioni diventeranno effettive, è ancora nelle mani del sindaco uscente.
“La soluzione ancora non c’è, ma è importante che si sia aperto un confronto. Le parti rimangono sulle loro posizioni“, ha detto ieri sera il vicesindaco di Roma Marco Causi che a casa sua ha ospitato il vertice per discutere delle dimissioni. Terminato con un nulla di fatto. “È andata benissimo – ha detto il titolare del Campidoglio – E come ho detto nei giorni scorsi sto riflettendo”.
Il Pd spinge per una sua uscita di scena veloce e definitiva e, in caso contrario, tiene in serbo la carta (incerta) delle dimissioni in massa dei consiglieri. A vertice in corso, il presidente del Consiglio, rispondendo ai giornalisti sul titolare del Campidoglio da L’Avana, non ostacolava l’uscita di scena del chirurgo. Anzi: ribadiva la sua totale fiducia a Orfini, ricordando che sul tema la linea del partito è quella dettata da lui, al quale esprime totale fiducia. “La posizione del Pd è autorevolmente espressa da Orfini a cui va il mio totale sostegno”.
All’incontro, che avrebbe dovuto rimanere segreto, hanno partecipato anche l’assessore ai Trasporti Stefano Esposito, l’assessore alla Legalità Alfonso Sabella, l’assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi e il collaboratore del sindaco Roberto Tricarico. Confermano la mancata intesa anche gli assessori Stefano Esposito (“Non è cambiato niente, le parti hanno esposto le cose ma le posizioni restano uguali”) e Rodolfo Sabella (“E’ stato un incontro franco e cordiale”). E, nulla di fatto a parte, Causi ha aggiunto: “Abbiamo bevuto un ottimo chardonnay delle Langhe che ha accompagnato degli ottimi spaghetti con le sarde”.
Ieri l’ennesima conferma era arrivata dall’assessore comunale al Patrimonio Alessandra Cattoi, che a 24Mattino, su Radio 24, ha spiegato come “Marino è tentato di ritirare le dimissioni, non perché pensa di risolvere così una crisi politica, ma perché vuole parlarne in Consiglio comunale”. Se le parole della componente della giunta fossero vere, quindi, sarebbe confermata una voce sempre più insistente, ovvero quella che vuole il primo cittadino pronto alla conta in Aula. Ipotesi che non va per niente bene al Partito democratico.
“Il sindaco si è presentato dimissionario perché sembrava fosse colpito da un’enorme vicenda giudiziaria legata alle spese di rappresentanza che poi ha chiarito – ha detto ancora Cattoi – dopodiché io non nutro speranze che si possa andare avanti in questo clima di grande sfiducia. I consiglieri comunali possono sfiduciare il sindaco, ma lo devono dire e spiegare al sindaco e ai cittadini“. Sulla stessa linea d’onda la vicepresidente dell’Assemblea Capitolina Gemma Azuni (Sel), che ieri, entrando in Campidoglio, ha spiegato: “Secondo me il sindaco Marino farebbe bene a ritirare le dimissioni, non si può uscire così, senza aver minimamente interessato l’Aula. La maggioranza è composta da tre gruppi consiliari che non sono stati mai sentiti. È una questione di correttezza istituzionale. Sel vuole ascoltarlo e capire l’atteggiamento da assumere“.