Ho detto romanzo, sì, e infatti è (quasi) tutta fiction: una donna di trent’anni si innamora di un campione del mondo di vela ma la loro storia è piena di salite, misteri e colpi di scena. Perché? Lei è stata concepita a Bruxelles da una coppia di donne, una delle quali, la madre biologica, è ricorsa all’inseminazione artificiale con donazione di sperma. L’origine di Emma, la protagonista, c’entra con le difficoltà che si ritrova a vivere, con le sue ambiguità, con il suo segreto? Le risposte che cerco nelle pieghe della trama sono multiple, ma sì, c’entra.
Ed è per questo che mi rivolgo alle famiglie omogenitoriali: aprite gli occhi, una famiglia con due genitori dello stesso sesso non è uguale a quella tradizionale; una famiglia omogenitoriale composta da una coppia di genitori femmina non è uguale a quella che ha due papà; gli studi internazionali sono rassicuranti sui figli nati da una coppia di persone omosessuali, ma restano pochi e molto recenti. Il punto è che non serve a niente omologare le esperienze, nascondere la testa sotto la sabbia pur di non definire, nominare, identificare le peculiarità, le specificità, le differenze. Che ci sono eccome, e il bello sta proprio lì. Nel coraggio di scoprirle.
E, a proposito di bello, ecco che entra in ballo l’opinione, anzi, i sentimenti di “tutti gli altri” che omogenitori non sono: mi rivolgo a loro attribuendo al mio romanzo una funzione informativa e pedagogica. La mia storia, infatti, ha anche lo scopo, oltre a quello di intrattenere e divertire, di far conoscere e insegnare qualcosa in più sulle esperienze che vivono le famiglie omogenitoriali. In modo non ideologico o militante, ma laico: per il puro piacere di aggiungere un punto di vista sul mondo.
Lo so, ho parlato di atto politico, ma non c’è contraddizione tra impegno sociale e amore per la conoscenza. Diciamo che in me il primo è derivato dal secondo. Ed ecco il focus più importante: conoscenza significa prendere atto dei fatti. Per esempio che oggi in Italia esistono bambini e bambine (i più grandi sono ormai adolescenti) nati da famiglie omogenitoriali; per esempio che tali bambini sono in continuo aumento; per esempio che non esiste una legge che tutela i loro diritti.
Il mio impegno sociale, oggi, risiede nel mettere il mio lavoro (il mio romanzo) a servizio di quella parte della comunità sociale discriminata, ossia le famiglie di lesbiche o di gay, nella speranza di contribuire, con la mia goccia, a orientare l’opinione pubblica all’ascolto e all’osservazione dei fatti della contemporaneità, e a spingerla a prendere una posizione politica in un momento delicato come quello che stiamo vivendo in queste settimane, tra Sinodo e Cirinnà. Credo infatti che a colpi di immaginario si possa spingere la storia a fare un passo in avanti, proprio come due anni fa fece ad esempio Melania Mazzucco con il suo “Sei come sei”, facendo conoscere a molti studenti italiani la storia di Eva e dei suoi due papà.
Infine, mi rivolgo ai politici e alle associazioni impegnate per i diritti Lgbtqi: la legge Cirinnà è oggetto di un battage fortissimo, il Governo è a rischio e non è improbabile che butti a mare la stepchild adoption per salvare la maggioranza, la Boschi ha parlato di libertà di voto (segreto), il movimento oltranzista organizza family days, compra intere pagine dei giornali, fa appello a ignoti sondaggi per i quali “gli italiani” sono contrari all’adozione, anticamera dell’utero in affitto. Sono argomenti radicalizzati, ma che hanno un fondamento. Di fonte a tutto ciò, silenzio. Perché nessuno si impegna a promuovere una campagna di informazione e di opinione per sensibilizzare al tema in questione, per esempio commissionando un sondaggio serio e ben fatto che contenga la reale opinione in merito di tutti gli italiani? Servono soldi? Si faccia una sottoscrizione. L’opinione pubblica è bersagliata e male informata, e, come ci insegna il bellissimo cartone animato “Inside Out”, lasciare tutto in mano a Rabbia e Paura rischia di far perdere la partita con la nostra evoluzione. Chiamo a raccolta tutti gli artisti affinché aiutino l’Italia a immaginare un mondo nuovo: inclusivo, tollerante, solidale.