“Preferisco non avere armi qua dentro. Chi le ha, in situazioni di pericolo, può usarle. Così si rischia il far west”. Alberto Pietrini, ex stella del basket amaranto, è titolare della sala slot “Terry Bell” di Livorno. Il 22 ottobre scorso si è visto puntare una pistola addosso. Non ha fatto storie. E ha deciso di consegnare al rapinatore i 4700 euro dell’incasso senza reagire. Situazioni simili, ma epiloghi diversi da quelli di Vaprio d’Adda, dove un pensionato ha freddato un ladro entrato nella sua abitazione; o di Ercolano, dove un gioielliere ha ucciso i due malviventi che volevano rubargli i soldi appena prelevati.

Pietrini, che è successo?
Intorno alle 21 un uomo con un casco in testa è entrato nella sala slot e puntandomi la pistola addosso mi ha chiesto di dargli l’incasso.

Cosa si prova a avere una pistola puntata contro?
Pensi a come reagire ma anche alle conseguenze della tua eventuale reazione. Pensi che se va qualcosa storto il malvivente potrebbe davvero ucciderti o magari aspettarti fuori dal negozio per vendicarsi.

E’ la prima volta che subisce una rapina alla sala slot?
Sì, ma avevo messo in conto che prima o poi sarebbe successo. I malviventi ormai rapinano anche i piccoli banchi di frutta e verdura, figuriamoci se non prendono di mira un posto dove solitamente gira diverso denaro. Mi sarei però aspettato che ciò accadesse intorno all’orario di chiusura, intorno alle 1, e non alle 21.

Quanto successo a Vaprio d’Adda e a Ercolano e la recente provocazione in diretta tv dell’europarlamentare leghista Gianluca Buonanno fanno tornare alla ribalta il dibattito sulla legittima difesa. Lei detiene armi?
No, nessuna. Detenere un’arma significa avere la possibilità di usarla. E’ meglio non averne, si rischia altrimenti di commettere atti istintivi di cui poi dopo ci si pente amaramente. E poi si rischia il far west…

Sinceramente, ma sei lei una pistola l’avesse avuta a disposizione, che avrebbe fatto?
Non lo so, davvero. Come si fa a sapere in quei terribili momenti se quella che ti viene puntata contro è una pistola vera o un’arma giocattolo? Capisco perciò quei commercianti che detengono armi: magari sono persone che hanno già subito furti e ora sono stufi di subire prepotenze. Se comunque il ladro l’avessi trovato a rubare in casa mia le cose sarebbero forse andate diversamente.

Si spieghi meglio.
Chi ti rapina in negozio al limite può rubarti l’incasso ma poi finisce tutto lì. Chi entra con cattive intenzioni in casa tua invece mette a repentaglio anche la sicurezza della tua famiglia. La mia casa è già stata svaligiata due volte, non è affatto piacevole tornare e trovare tutto sottosopra, ti senti colpito totalmente nella tua intimità. Non so cosa succederebbe se trovassi un ladro in casa mia. Capisco perciò chi, temendo per la propria incolumità o per quella dei familiari, ricorre alla pistola: non è facile ragionare in quelle situazioni, bisognerebbe viverle in prima persona per capire davvero cosa si prova e quale effetto possa giocare la paura.

Anche dopo questa brutta esperienza continuerà a non detenere armi?
Sì, certo.

Secondo lei le città stanno diventando meno sicure?
Fa riflettere il fatto che prima le rapine si facevano con coltello e temperino mentre oggi si va in giro con le pistole. Le cose stanno peggiorando in tutta Italia. Le forze dell’ordine fanno un buon lavoro ma non possono chiaramente essere ovunque. Nelle nostre città occorrerebbero più poliziotti e più carabinieri. Meno ‘mangia­mangia’ della politica, più fondi per la sicurezza.

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