Per fortuna che a nessuno è venuto in mente di accusare Stefano di essersi suicidato. Magari per “mettere in cattiva luce” i suoi custodi in divisa e ed i medici che avrebbero dovuto tutelarlo…
Quel 31 ottobre è restato scolpito nel cuore della famiglia Cucchi, gente solida che non ha mai chiesto processi sommari o vendette, ma una ricostruzione credibile che faccia davvero giustizia di troppe omissioni, depistaggi, bugie, tutele corporative in contrasto con il principio di legalità e di fedeltà alla carta Costituzionale.
Chi potrà farlo raccolga l’appello, vada al parco, testimoni l’adesione ad una battaglia di civiltà.
Non si tratta di “dare una mano” ai Cucchi, ma di impedire che quello che è successo a Stefano Cucchi, e prima a Federico Aldrovandi, per citare un solo nome, possa capitare ad un altro, magari a nostro figlio, capitato per caso in un tunnel senza uscita. La famiglia Cucchi ha invitato anche le famiglie Aldrovandi,Uva, Ferulli, Magherini, Bianzino… e quanti ancora attendono una risposta sulla morte di un familiare, mentre era affidato alle “cure dello Stato”.
Come ha voluto ribadire Ilaria Cucchi non sarà un processo alle forze dell’ordine, ma una giornata a sostegno anche di chi, con la divisa addosso, serve ogni giorno la Costituzione, contrastando mafie e malaffare e che non dovrebbero tollerare di convivere con chi ha disonorato la divisa ed il giuramento.