E’ diventato un vero e proprio “vizietto” (quello di Renzi) di approfittare dell”ingenuità e scarsa combattività dei pensionati per finanziare con “destrezza” le sue riforme liberiste attuate coi voti dei progressisti. In particolare deve essere stata la riforma cardine della sua recentissima legge di Stabilità, ovvero l’abolizione per tutti (o quasi) della tassa sulla casa a rendere necessario un nuovo ricorso urgente a rovistare nelle tasche dei pensionati, in coppia col responsabile del Tesoro, in cerca di nuova linfa per le sue elucubrazioni finanziarie.
“Bisogna parlarsi“, dice Renzi alla gente, e chiede: “… è più di sinistra aver raddoppiato i soldi per la famiglie o passare le giornate a lamentarsi su presunti torti all’ideologia ugualitaria?”.
Appare evidente che non ha ancora capito cos’è la sinistra. Proviamo allora a chiedergli cosa è più di sinistra: togliere le tasse sulla casa (che persino i supercapitalisti americani pagano senza fiatare) o togliere soldi dalle tasche dei pensionati?
Lui che, oltre che presidente del Consiglio per grazia ricevuta (dal presidente Napolitano) è anche formalmente il leader della “sinistra” italiana, per non sbagliare ha scelto entrambe le cose… ovvero due classicissimi cavalli di battaglia delle destre capitaliste. Si vanta di aver messo soldi nelle tasche dei poveri. Chi, lui? A me risulta invece che di tasca sua non mette proprio niente, anzi, continua a spendere a ruota libera i nostri soldi per girare il mondo… a far che? A farsi bello con in testa il cappello di manovratore?
La “scappatella” in America al Roland Garros per vedere di persona la finale di tennis femminile ha prodotto almeno qualche posto di lavoro? Il viaggetto in Sud America a stringere mani e far discorsi incoraggianti per alzare l’indice della fiducia (verso di lui?) a cosa serviva? L’Italia non ha un ambasciatore laggiù ad occuparsi di queste cose? Non ha, se proprio vogliamo salire di un gradino la scala delle autorità, un ministro degli Esteri specificamente competente a svolgere questi compiti? A cosa è servito questo costosissimo viaggio? E’ un atto di sfiducia verso Gentiloni e i nostri diplomatici? O è più semplicemente un atto di superbia verso se stesso?
Ma torniamo alla “porcata galattica”di questa “Stabilità”: il nuovo congelamento della rivalutazione annuale delle pensioni a chi riceve più di 2.000 euro lordi al mese. Evidentemente il fatto che la prima stangata è arrivata sui pensionati invisibile come l’ossido di carbonio (ti uccide senza che te ne accorgi!) ha incoraggiato l’alfiere dei poveri a provarci ancora.
Per il vero questo tipo di imprese sono passate alla storia associate al nome di Maramaldo, ma lui è campione di pragmatismo, quindi non ha paura di niente! Non è “niente” però quello che toglie dalle tasche dei pensionati.
Basta un piccolo calcolo per vedere che, a lungo andare, sono miliardi quelli che recupera a spese dei pensionati! Non solo quelli che sono andati in pensione con molto anticipo o con autentici regali dei politici, ma anche quelli che hanno regolarmente contribuito per intero per un minimo di 35 anni come era pattuito dalle leggi in vigore.
Ho già fatto un calcolo approssimativo (non ho dati completi) nel mio precedente post su questo argomento e ho rilevato che ad un pensionato che riceve 2.000 euro al mese, in tre anni, Renzi gli ha già sottratto circa tremila euro. E siccome con questa tecnica l’importo della pensione non diminuisce visivamente (l’importo rimane identico, è il potere d’acquisto che cala in progressione algebrica!) perciò il pensionato impreparato su queste cose non lo vede, ma lo sente! La trattenuta aumenta con progressione diabolica portando i malcapitati nel solo giro di 10 anni a perdere quasi un intero anno di pensione!
In questa ipotesi, il pensionato che prende 2000 euro al mese (per 13 mensilità) si trova, dopo 10 anni con una svalutazione annua del 2% (l’ipotesi tanto cara a Draghi e Renzi), ad aver percepito euro 284.693 se riceve annualmente la rivalutazione a recupero dell’inflazione, mentre riceverà soltanto euro 260.000 con la Stabilità di Renzi.
Qui il calcolo è “spannometrico” ma è sufficiente a vedere la grossa differenza tra il pensionato che percepisce la rivalutazione e quello senza. Il secondo perde progressivamente ogni anno una fetta di potere d’acquisto rilevante.
Nel decimo anno la perdita è di circa 5000 euro! Nei dieci anni perde quasi l’equivalente di una annualità.
Se poi si calcola che, comunque, in realtà, anche il pensionato che riceve la perequazione non riceve per intero la svalutazione reale, appare con evidenza che i pensionati sotto Renzi sono trattati peggio delle pecore e dei somari.
Dallas, Texas