Per il suo progetto ha vinto un bando da 66mila euro della regione Puglia per giovani disoccupati. E su Meredith racconta: "Mi piacerebbe che la sua famiglia incontrasse la mia e ci potessimo chiarire una volta per tutte"
Una start-up, l’impegno in politica e il rugby. E’ questa la nuova vita di Raffaele Sollecito, otto anni dopo la morte di Meredith Kercher e a pochi mesi dalla fine di una lunghissima vicenda giudiziaria. Il 31 enne pugliese oggi vive a Bisceglie (Barletta) con il padre Francesco e la sua nuova moglie Mara. “Con loro trascorro i momenti più sereni – racconta al Corriere della Sera – Il bacio di papà al mattino, Mara che mi dice che le mie cose sono pulite e stirate nei cassetti. La normalità. Finalmente libero di uscire e vivere come i ragazzi della mia età”.
Ma l’obiettivo più grande è far decollare la start-up per cui ha vinto un bando da 66mila euro, la metà a fondo perduto, della Regione Puglia. Il progetto si chiama “Memories” ed è un social network per commemorare i defunti: “Mi era venuto in mente quando ero in prigione a Terni e pensavo a mia madre: non poter andare sulla sua tomba, essere così lontano da lei mi faceva stare male”. Sui soldi pubblici ricevuti specifica: “Era un bando riservato agli under 35 disoccupati e io avevo i requisiti”. “Memories” ha già una sede, a Giovinazzo (Bari), e nei piani di Sollecito c’è quello di essere operativi a inizio 2016: “Ho due stagisti del Politecnico di Bari per sviluppare il software. E assumerò due segretarie, anzi un maschio e una femmina”.
Oltre al lavoro, si è dato anche alla politica: è iscritto ai Radicali e questo weekend interverrà al congresso del partito a Chianciano: “Credo nelle loro battaglie – spiega – e vorrei che non ci fossero altre vittime come me”. La vicenda giudiziaria di Sollecito è durata quasi otto anni con continui ribaltamenti delle sentenze: nel 2008, insieme ad Amanda Knox, è stato condannato, viene assolto nel 2011 in appello, ricondannato nel 2014 nell’appello bis e poi assolto di nuovo in via definitiva dalla Cassazione nel marzo del 2015.
Anche se la vicenda è chiusa, il 31enne pugliese vorrebbe incontrare i genitori di Meredith Kercher: “Mi piacerebbe che la sua famiglia incontrasse la mia e ci potessimo chiarire una volta per tutte“. Amanda, invece, l’ha sentita l’ultima volta una settimana fa in chat: “Ma siamo appena conoscenti, per quanto ci leghi un’esperienza forte”. Tornando al presente, Sollecito racconta che nella sua nuova esistenza c’è anche spazio anche per il rugby anche se ora è infortunato e non gioca. E dopo una passato ingombrante il suo futuro se lo immagina così: “Tra dieci anni mi immagino sposato con un numero indefinito di figli e una società di successo”.