Secondo la procura di Firenze il militare ha fatto inquinare la valutazione sull'idoneità al volo del collega Carlo Magrassi, molto vicino al Presidente del Consiglio ma anche al sottosegretario Luca Lotti e al ministro della difesa Roberta Pinotti
Non si vedevano dai tempi delle indagini su Ustica i Carabinieri al Palazzo Aeronautica. Il 17 ottobre il procuratore militare della Repubblica di Roma Marco De Paolis e il sostituto Antonella Masala hanno spedito 20 militari con un mandato di perquisizione all’Ufficio Generale di Consulenza e Affari Giuridici dell’Aeronautica. Sono indagati il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Pasquale Preziosa, 63 anni, e il suo Capo Ufficio, il generale Gianpaolo Miniscalco.
Le accuse a Preziosa e Miniscalco sono gravi: “Minaccia a un inferiore per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri”. Secondo l’accusa, sarebbe in corso una lotta tra alti papaveri delle nostre forze armate con colpi sotto la cintura. Nel decreto di perquisizione, che Il Fatto ha potuto leggere, i pm militari scrivono di “pressioni esercitate dal Generale Preziosa (…) nei confronti del generale Domenico Abbenante, Direttore dell’Istituto di Medicina Aerospaziale, e prossimo alla valutazione per l’avanzamento al grado di Generale Ispettore, affinché il medesimo rilasciasse al Generale Carlo Magrassi, all’esito dell’imminente visita medico legale da svolgersi presso l’Imas, un giudizio di non piena idoneità al volo, con esplicita limitazione al cosiddetto ‘doppio comando’: ciò per inibire a Magrassi di ottenere gli alti incarichi a cui aspirava e/o risultava candidato”.
Carlo Magrassi non è un generale qualsiasi. È molto vicino a Matteo Renzi e al sottosegretario Luca Lotti. È stato capo di gabinetto del ministro della Difesa (prendendo il posto che era stato di Preziosa con il generale-ministro Giampaolo Di Paola) con Roberta Pinotti per poi avvicinarsi ancora di più al Giglio magico renziano diventando il 26 maggio del 2014 consigliere militare del premier. Dal 9 ottobre è stato nominato Segretario Generale della Difesa.
Il decreto del 17 ottobre dava ai Carabinieri il potere di perquisire “il sistema informatico in uso all’Ufficio Consulenza e Affari Giuridici” e a sequestrare qualsiasi componente informatica trovata. Dietro l’inchiesta c’è una questione delicata: può un pilota, si chiami Magrassi o Rossi, che ha subito un’operazione al cuore di “valvuloplastica mitralica”, mantenere per decenni l’idoneità al volo senza limitazioni anche per i voli più impegnativi?
La privacy imporrebbe di limitare i riferimenti alla diagnosi ma non è possibile trascurare l’aspetto sanitario quando c’è un procedimento penale che verte proprio sulle conseguenze della patologia di Magrassi sulla sua idoneità al volo. Soprattutto se il giudizio sul comportamento del generale Preziosa dipende proprio dalla valutazione degli effetti legali della patologia. Magrassi nel 1997 si è sottoposto a un’operazione che ha riparato la sua valvola mitralica a seguito di un prolasso. I piloti devono sottoporsi a visite periodiche che accertino l’idoneità al volo che può essere esclusa o rinnovata con limitazioni. Nel caso di Magrassi l’Aeronautica ha continuato a rinnovargli l’idoneità con una piccola limitazione: “Idoneo all’impiego O.F.C.N. zone non a rischio ambientale”. Magrassi potrebbe pilotare anche grandi aerei, in teoria. La piena idoneità però serve anche a un avanzamento più veloce di carriera. L’indennità di volo, inoltre, nel caso di un generale anziano come Magrassi può raggiungere i 2mila euro al mese.
Nel 2014 il generale Preziosa, secondo l’accusa, avrebbe fatto pressioni sul generale Abbenante perché non rinnovasse quel tipo di idoneità a Magrassi. Invece a febbraio gli organismi militari concessero comunque il rinnovo senza tante limitazioni. Nelle redazioni e nelle Procure in estate è circolato un anonimo che ricostruiva la storia con un taglio anti-Magrassi. L’anonimo è stato girato da Preziosa alle Procure, compresa quella della Corte dei Conti. Anche se una commissione tecnica interna all’Aeronautica nel frattempo si era espressa a favore di Magrassi, Preziosa, forte di un diverso parere dei suoi uffici, ha tenuto il punto.
Se l’inchiesta militare avesse dato ragione a Preziosa, le aspirazioni di Magrassi sarebbero state a rischio. Invece il Procuratore De Paolis ha intrapreso la strada opposta. I Carabinieri sono arrivati sì ma negli uffici dei collaboratori di Preziosa. Intanto Magrassi, dopo che era sfumata la possibilità di andare, con la benedizione sempre di Renzi, a guidare i servizi segreti dell’Aise, è planato sulla poltrona di Segretario Generale della Difesa, una postazione chiave nell’acquisto delle armi per le nostre forze armate. Preziosa avrebbe dovuto ottenere una promozione a capo di Stato Maggiore della Difesa, secondo la consuetudine della rotazione tra le forze armate per quel ruolo. Invece è stato scavalcato dal generale dell’Esercito Claudio Graziano.
Da Il Fatto Quotidiano di giovedì 29 ottobre 2015