L'attore sulle vicende che hanno scosso la Capitale: “Hanno lasciato sprofondare l'Urbe nella melma. Nessuno ama la città, sembra che godano a rovinarla. Adesso votare subito”
È stata Roma? Nelle ombre della Suburra qualcuno ha tramato, ventisei congiurati sono stati trovati, Ignazio Marino è ora suo malgrado libero e nell’innocenza perduta della sua città, a Claudio Amendola, attore, 52 anni, viene in mente il Senato di tutta un’altra epoca: “Evidentemente in Campidoglio c’era un Bruto dietro la colonna”. Confessa: “Saturazione per quello che leggo ogni giorno” e “per una volta” è d’accordo con il Vaticano: “Siamo alla farsa”.
La farsa dice.
A prescindere da tutte le responsabilità, dagli scontrini, dalle Coop, da Mafia Capitale, dalle etichette che preferisce dare a questo casino, a emergere è la qualità politica, il livello di chi ha gestito la vicenda.
Vuole definirlo?
Ridicolo.
Parla del Pd?
Parlo della Capitale d’Italia abbandonata a se stessa dalla totale assenza della politica. L’atteggiamento del Pd, del primo partito d’Italia e del governo verso Roma mi terrorizza. Hanno lasciato che la nave madre andasse allo sbando girandosi dall’altra parte. E la nave madre non è una scialuppa. Non la puoi osservare allontanarsi alla deriva.
Alla deriva è Roma.
Il Pd e il governo hanno permesso che Roma restasse senza timone. Con un sindaco sfiduciato, dimessosi e poi riconfermatosi, con il caos quotidiano, con la giunta che lo abbandona e il partito e la coalizione che fanno finta di niente come fossero dei passanti qualunque. Da cittadino romano sono sorpreso di quanto si possa andare oltre ogni giorno. La realtà supera quotidianamente la fantasia. Ma che è? Ma che stiamo vivendo?
Sono domande lecite.
Vent’anni fa l’avrei detta in un altro modo, ora ho i capelli bianchi e mi controllo. Quindi mi ripeto: ma che è ’sta cosa? Ma che modo di fare è?
Lei sostiene che il governo non si sia occupato di Roma.
Non lo sostengo io, è nei fatti ed è anche in quella notevole battuta di Marino: “Renzi chiama tutti tranne me”.
Aveva ragione Marino?
Non mi risulta che Renzi si sia fatto sentire per dare una mano. Evitare ogni problema e ogni difficoltà d’altronde è un po’ nel suo stile.
Nello stile Renzi?
Non so dove abbia imparato l’arte, ma l’ha imparata. Dove c’è un problema, una gatta da pelare, un casino, Renzi non c’è. È un presidente del Consiglio perfetto per le buone occasioni rassicuranti e per i pranzi istituzionali, ma del tutto assente quando le questioni si fanno spinose. Da Roma, a tutto il resto.
E quando la questione è spinosa che succede?
Che Renzi, quando c’è qualche cazzo serio in questo Paese, manda sempre qualcun altro, il sottosegretario di turno. Possiamo dire mille cose già dette da tutti, ma la verità è che la situazione di Roma rende evidente e mette a nudo l’assoluto disinteresse del governo verso le sorti della città.
Roma è restata sola?
Roma è in parte responsabile, ma – e qui parlo da romano – nell’ottica nazionale sembra sacrificabile. Non è amata da nessuno, Roma. E non è possibile che si auspichi da più parti, con godimento che la merda debordi e Roma ne venga sommersa.
Sta per arrivare il Giubileo.
E vedremo l’inferno. La città non è pronta e questa volta non è un modo di dire: ad accogliere altri milioni di persone non è pronta veramente. Anche lì, nessuno che abbia avuto il cuore di dire al Vaticano: “Guardate che celebrarlo in queste condizioni proprio non si può”.
Avrebbe potuto farlo Marino.
Era un po’ in difficoltà. Forse avrebbe dovuto pensarci qualcuno più in alto. Non è accaduto e adesso sarà il caos. Vivremo cose che non abbiamo mai vissuto.
Cose che voi umani…
Esattamente. Se sopravviveremo, forse tra qualche anno avremo anche le Olimpiadi. Altra scossa di terrore. Sarebbe un’occasione straordinaria, un po’ come quella capitata ai milanesi con l’Expo. Ci sono opere che dureranno per i prossimi vent’anni a Milano. Qui avere qualche dubbio sarebbe lecito.
Non nutre la stessa fiducia verso le Olimpiadi romane?
E come faccio? Noi siamo quelli che hanno visto costruire la stazione di Vigna Clara per i Mondiali di Italia 90. Un simbolo dello spreco perché poi, solo di questo si tratta in fondo. Di tante occasioni sprecate una dietro l’altra. Una fila di rimpianti.
Politicamente a Roma cosa dovrebbe accadere ora secondo lei? Una reggenza provvisoria o la chiamata alle urne?
Non scherziamo. Si deve votare. Alla prima data utile.
Da Il Fatto Quotidiano del 31-10-2015