Ora è ufficiale: partono i lavori per il People mover a Bologna. Stando a quanto riferisce la società Marconi express, partecipata al 75% dal colosso bolognese delle coop rosse Ccc (Consorzio cooperative costruzioni), i suoi tecnici sono già al lavoro nella zona dove sorgerà la monorotaia da 5 chilometri che collegherà stazione e aeroporto. Alcune aree sarebbero già state transennate e i lavori dovrebbero concludersi in tre anni esatti. L’annuncio è arrivato sabato mattina 31 ottobre durante una conferenza stampa in comune a Bologna alla presenza del sindaco Pd Virginio Merola, degli assessori comunale e regionale ai trasporti Andrea Colombo e Raffaele Donini (entrambi Pd) e della numero uno della Marconi express Rita Finzi.
L’opera sarebbe dovuta partire molti anni fa, ma proteste e dubbi sull’utilità dell’opera e su come era stato affidato l’appalto, hanno fatto slittare di molti anni il via ai cantieri. La vicenda dell’affidamento dell’appalto in project financing (ma con una oltre un quarto dei fondi stanziati da enti e società pubbliche), è infatti da alcuni mesi a processo davanti al tribunale di Bologna: alla sbarra, tra gli altri, l’allora numero uno di Ccc Piero Collina e quello di Atc Francesco Sutti, accusati di turbativa d’asta e abuso d’ufficio e l’ex sindaco Pd Flavio Delbono, accusato di abuso d’ufficio assieme ad alcuni funzionari comunali. Secondo l’accusa dei pm Antonella Scandellari e Francesco Di Giorgio (che hanno indagato coordinati dal procuratore aggiunto Valter Giovannini) nel 2008 il bando di gara sarebbe stato predisposto dai funzionari comunali in modo tale da consentire a Ccc di presentare l’offerta economica più vantaggiosa, ma “reggentesi con gli accordi occulti” tra Sutti e Collina. Un altro processo partirà a febbraio 2016 davanti alla Corte dei conti dell’Emilia Romagna: la procura contabile ha infatti chiesto all’intera giunta Delbono di pagare diversi milioni di euro per presunto danno erariale.
L’appalto del People mover è un project financing, e quindi l’opera sarà costruita e gestita da un privato che si ripaga coi soldi dei biglietti. Ma i patti parasociali firmati dopo la vittoria dell’appalto da parte di Ccc portarono Atc (l’azienda comunale dei trasporti, oggi Tper) dentro la società di progetto Marconi express. In questo modo il pubblico, che già finanzia ampiamente l’opera (27 milioni di euro arrivano solo dalla Regione) si assumerà parte dei rischi di un eventuale flop del servizio. “L’opera è strategica e per questo la abbiamo finanziata. Il livello penale è affidato alla magistratura, della quale abbiamo massima fiducia e riguarda ipotesi di responsabilità individuali”, spiega ora Donini annunciando i fondi regionali. “Rispettiamo il lavoro della magistratura e vediamo come finiranno tutte le indagini – gli fa eco il sindaco Merola – però è importante dire ai cittadini che questa giunta non è coinvolta in nessuna indagine, se permettete. E quindi noi andiamo avanti sereni”.
Intanto il Comitato No People mover, che da anni si oppone alla monorotaia, promette battaglia. “Faremo iniziative per bloccare i cantieri”. L’avvocato Domenico Morace che rappresenta il Comitato al processo in corso dove si è costituito parte civile (mentre né Comune né Regione lo hanno fatto) ha presentato un’istanza alla Procura per chiedere il sequestro dei cantieri e dei milioni messi già a disposizione dalla Regione.