Sulle note di una colonna sonora piacevole e nostalgica, che ripropone riletture di intramontabili classici, il film non gestisce al meglio un’idea di base interessante, che poteva andare oltre il ricordo del fatto realmente accaduto vissuto da Setara Hussainzada e Lema Sahar, le due vere concorrenti di Afghan Star minacciate di morte e costrette a nascondersi in un paese che segue delle regole ben precise
Negli anni ’60 si è parlato molto di proliferazione nucleare e due maestri del cinema come Sidney Lumet e Stanley Kubrick, hanno realizzato due film (A Prova di Errore, Il Dottor Stranamore) sul delicato argomento, adottando una vincente prospettiva umoristica. Nel 1987 Barry Levinson ha firmato la regia di Good Morning, Vietnam raccontando il caos della guerra con il registro della satira e dello humour pungente. Sulla scia di questi successi oggi il regista di Sleepers e Rain Man porta sul grande schermo Rock The Kasbah, nelle sale italiane dal 5 Novembre.
Bill Murray è Richie Lanz, un manager di musica rock sull’orlo del fallimento che sembra aver perso tutto il suo entusiasmo. Segue pochi artisti emergenti organizzando performance live in locali di second’ ordine. Una sera, un ufficiale dell’esercito che ha alzato un po’ il gomito gli consiglia di accompagnare la sua attuale cantante Ronnie, interpretata dalla simpatica Zooey Deschanel, in un tour di concerti in Afghanistan per le truppe americane presenti sul territorio. Interpretando questa proposta come un segno del destino, Richie si getta in questa folle avventura ma, giunti a Kabul, Ronnie lo abbandona senza passaporto e senza soldi. Mentre cerca di trovare un modo per tornare negli Stati Uniti, Richie incontra una giovane donna del posto con una voce straordinaria e si mette in testa di farla partecipare al reality show Afghan Star, la versione orientale di American Idol. C’è solo un problema: si tratta di una ragazza pashtun a cui è vietato cantare e mostrarsi in pubblico senza le opportune condizioni.
Mitch Glazer, che ha già lavorato con Bill Murray per S.O.S. Fantasma, ha dichiarato di aver scritto la sceneggiatura pensando proprio all’attore. “Un Hunter Thompson della guerra” lo ha definito, scrivendo questa storia divertente e leggera che ha tuttavia dei problemi nello sviluppo e nella struttura narrativa. Murray sembra a suo agio nei panni di un uomo demoralizzato e in balia degli eventi, che riscopre gradualmente la passione per la musica e la sua identità di talent scout. Mantiene il suo tradizionale umorismo malinconico regalando momenti esilaranti ed ironici che tengono in alto il ritmo del film. Componenti della cultura pop si alternano a finestre di attualità nel cuore della caotica e contraddittoria Kabul e tra i sabbiosi e deserti paesaggi dei villaggi intorno, in cui la realtà è distorta e lontana da quella occidentale. Il confronto etnico è alla base della maggior parte delle gag previste dal copione. Tuttavia, mentre Kate Hudson e Zooey Deschanel si confermano delle compagne di set convincenti e necessarie al fianco di Bill Murray, risulta inconsistente la presenza di Bruce Willis nei panni di un mercenario stanziato al confine con il Pakistan per vendere munizioni ad un gruppo di capi tribù della zona. Il suo personaggio è quasi inesistente e limitato da una sceneggiatura che non approfondisce molti aspetti e si lascia trasportare da uno stile di racconto superficiale. Alcune scene fondamentali sembrano bruscamente tagliate e ridotte ai minimi termini, riducendo un film promettente sulla carta ad una commedia implosa che non rende giustizia ai professionisti coinvolti.
Sulle note di una colonna sonora piacevole e nostalgica, che ripropone riletture di intramontabili classici, il film non gestisce al meglio un’idea di base interessante, che poteva andare oltre il ricordo del fatto realmente accaduto vissuto da Setara Hussainzada e Lema Sahar, le due vere concorrenti di Afghan Star minacciate di morte e costrette a nascondersi in un paese che segue delle regole ben precise. I film che hanno adottato con successo la formula guerra + commedia sul grande schermo hanno trattato i problemi del mondo con onestà e spessore. Rock the Kasbah ci riesce solo in parte restando una commedia divertente ma confusa ed incompleta.