Il ddl Concorrenza prevede che i costi siano uniformati, livellando le tariffe degli assicurati con la stessa classe di merito. L'Ania avverte che a pagare il prezzo saranno i residenti delle zone in cui il numero di incidenti è più basso
È stata ribattezzata ‘tariffa Italia’ e, se confermata al Senato, dovrebbe portare a una maggiore uniformità delle tariffe Rc auto sul territorio nazionale. Il tutto grazie a uno sconto a vantaggio degli automobilisti virtuosi che vivono nelle regioni dove l’assicurazione è più salata, spesso perché considerate a maggior rischio di truffe. Il disegno di legge sulla concorrenza approvato dalla Camera prevede infatti in queste zone una riduzione dei premi per chi non ha fatto incidenti per colpa sua negli ultimi cinque anni e ha installato la scatola nera. A stabilire la percentuale minima di sconto da applicare nelle regioni dove i costi sono superiori alla media nazionale sarà l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), in modo da rendere le tariffe paragonabili a quelle pagate da assicurati con identiche caratteristiche e classe di merito che siano residenti nelle regioni con costi inferiori alla media. In sostanza si va verso una tariffa unica per gli automobilisti da tempo senza sinistri, evitando che a Napoli, come accade oggi, si paghi molto più che a Milano.
Secondo il deputato del Pd Leonardo Impegno, firmatario dell’emendamento sulla ‘tariffa Italia’, si tratta di una norma che “migliora un sistema assicurativo inefficiente, che carica i costi dell’inefficienza sui cittadini onesti e perbene. Ora per loro verrà introdotto un meccanismo premiale, dopo anni in cui sono stati bastonati”. Favorevole alla novità è l’associazione Federconsumatori Campania, secondo cui “il Parlamento ha fatto finalmente un passo decisivo per quella che è l’applicazione di un principio di giustizia sociale. A Napoli, così come in molte città del Sud, il costo dell’assicurazione si abbasserà notevolmente per i cittadini virtuosi”.
La ‘tariffa Italia’ dovrà in ogni caso passare indenne alla prova del Senato. E finora non sono mancati gli attacchi dell’Ania, l’associazione delle assicurazioni, che reputa sbagliato prevedere trattamenti di favore senza considerare “le condizioni di rischio oggettive, quali la qualità del traffico, le condizioni di manutenzione delle strade e la frequenza dei sinistri”. Tanto da minacciare rincari che compensino gli eventuali sconti: “Queste nuove norme, concepite per ridurre il costo dell’assicurazione per gli automobilisti delle aree particolarmente a rischio, comporterebbero l’aumento dei premi a carico degli assicurati di zone d’Italia in cui la possibilità di causare un incidente è meno elevata”.
A tali critiche si aggiungono quelle degli attuari, ovvero i professionisti responsabili dei calcoli alla base delle tariffe, che per voce del presidente dell’ordine Giampaolo Crenca parlano di un “malinteso senso di giustizia che vorrebbe rendere ogni fazzoletto d’Italia uguale a tutti gli altri, quando invece palesemente non lo è, né per l’assicurazione auto né per mille altri fattori evidenti nella vita di tutti i giorni”. Un errore, dunque, eliminare di fatto dai calcoli “uno dei parametri più significativi, appunto quello legato al territorio, un indicatore da sempre utilizzato perché predittivo del rischio, oltre che di facile e certa reperibilità”.
Oltre alle riduzioni introdotte dall’emendamento sulla ‘tariffa Italia’, il ddl concorrenza prevede anche un’altra tipologia di sconti, destinati a chi sottopone il proprio veicolo a ispezione, installa la scatola nera o installa meccanismi per impedire l’avvio del motore qualora il tasso alcolemico del guidatore superi i limiti consentiti. Anche in questo caso sarà l’Ivass a stabilire le percentuali minime di riduzione del prezzo rispetto a quello ordinario, con sconti più consistenti nelle regioni a maggiore tasso di sinistrosità. Parametro questo, che secondo il deputato Impegno non sempre rispecchia i costi medi delle polizze nelle varie regioni.