Nessuna proiezione, convegno o commemorazione ufficiale sarebbe stata più in linea con quell’animo sportivo, votato principalmente al calcio, che Pier Paolo Pasolini alternava alle vesti di intellettuale. I calzoncini corti e un pallone che rotola su un campo di periferia sono l’immagine “alternativa” dell’altro Pasolini. Enzo Biagi in un’intervista su La Stampa del 4 gennaio del 1973 gli chiese: “Senza cinema, senza scrivere, che cosa le sarebbe piaciuto diventare?”. “Un bravo calciatore. Dopo la letteratura e l’eros, per me il football è uno dei grandi piaceri” rispose PPP. A 40 anni dalla sua scomparsa (il 2 novembre 1975) il ricordo in un quadrangolare: a Roma al campo Fulvio Bernardini nel quartiere di Pietralata si sono sfidate la Pasoliniana (squadra formata dai veterani della Liberi Nantes), l’Osvaldo Soriano Fc (Nazionale Scrittori), il team Giornalisti italiani e l’Italianatori di Ninetto Davoli che ha schierato anche Matteo Garrone, Marco Risi ed Enzo Decaro. Agonismo e risultati finali a parte si giocava con indosso una maglia speciale, raffigurante il volto di Pier Paolo perché per tutti, “Pasolini gioca ancora”.
Fabio Capello che lo conobbe, sul finire degli anni ’60 ricorda che “giocava all’ala sinistra e aveva corsa, dribbling e un tiro poco potente ma sapeva trascinare gli altri, dentro e fuori dal campo, con la sua personalità”. Gli episodi del Pasolini calciatore sono innumerevoli e in questi giorni ripresi da tantissimi perché ricordo primordiale da lui stesso così sintetizzato: “I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara sono stati indubbiamente i più belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci penso”. Tifava per il Bologna, quello di Bulgarelli al quale non risparmiò le sue domande, forse indiscrete per il periodo, sulla sessualità. Sicuramente con la sua personalità incuteva un certo imbarazzo nei calciatori e certamente la presenza di intellettuali nei programmi sportivi non era sporadica.
Lo sport era un gesto nobile e questa nobiltà Pasolini la riconobbe non solo al calcio, infatti, nell’arco dei suoi 53 anni di vita si accostò a diverse discipline con abilità e attaccamento diverso. Il salto triplo e il lancio del disco ad esempio lo “ispirarono” nella scelta degli attori di Medea, con Maria Callas. Il bronzo di Messico ’68 Giuseppe Gentile diventa il Giasone, mentre un discobolo, Gianni Brandizzi, farà Ercole.
“Vado spesso a giocare a pallacanestro: sono schiappone, ma mi diverto molto. Lo sport è veramente la mia più pura, spontanea consolazione. Ora ho una voglia frenetica di andare a sciare: sogno le Dolomiti, come una terra alta, sopra le nubi, solatia, risonante di grida e di risa”, scriveva in una lettera del 1941. Il basket era una delle sue passioni universitarie ma fu messa in crisi da Ragazzi di vita, il primo romanzo romano, quando il Riccetto e il Caciotta lo definiscono una “pippa di gioco”. Non è finita, non poteva mancare il ciclismo: “Ora, indubbiamente, nel cielo ciclistico è sorta una nuova stella fissa: Merckx. I giornali italiani non vorranno mica combinarci lo scherzo di non farcela godere!”. La parabola del Cannibale la seguì quasi tutta Pasolini che in un Processo alla Tappa si presta alle domande incalzanti di Vittorio Adorni e usando il gergo ciclistico gli scatta in faccia ricordando le gesta di un corridore degli anni 40, a cavallo della guerra.
Severino Canavesi, era il suo “idolo” perché vinceva poco ed era un tipo controcorrente. Così, secondo me, controcorrente è stato Pasolini, questo Pasolini grandissimo intellettuale che invece di farsi incensare nei salotti preferiva mischiarsi al fango nei campetti di periferia, farsi dare della schiappa per tirare a canestro o essere sfidato dai corridori sulla competenza ciclistica. Luoghi, quelli dello sport, dove la cultura non albergava spesso, furono per lui fonte d’ispirazione e forse furono ispirati da lui. Se a quarant’anni di distanza se ne parla, ecco perché “Pasolini gioca ancora”.
Domenico Occhipinti
Cronista e Blogger
Sport - 1 Novembre 2015
Pier Paolo Pasolini, 40 anni dalla morte: il calcio e lo sport a ‘suo’ modo
Nessuna proiezione, convegno o commemorazione ufficiale sarebbe stata più in linea con quell’animo sportivo, votato principalmente al calcio, che Pier Paolo Pasolini alternava alle vesti di intellettuale. I calzoncini corti e un pallone che rotola su un campo di periferia sono l’immagine “alternativa” dell’altro Pasolini. Enzo Biagi in un’intervista su La Stampa del 4 gennaio del 1973 gli chiese: “Senza cinema, senza scrivere, che cosa le sarebbe piaciuto diventare?”. “Un bravo calciatore. Dopo la letteratura e l’eros, per me il football è uno dei grandi piaceri” rispose PPP. A 40 anni dalla sua scomparsa (il 2 novembre 1975) il ricordo in un quadrangolare: a Roma al campo Fulvio Bernardini nel quartiere di Pietralata si sono sfidate la Pasoliniana (squadra formata dai veterani della Liberi Nantes), l’Osvaldo Soriano Fc (Nazionale Scrittori), il team Giornalisti italiani e l’Italianatori di Ninetto Davoli che ha schierato anche Matteo Garrone, Marco Risi ed Enzo Decaro. Agonismo e risultati finali a parte si giocava con indosso una maglia speciale, raffigurante il volto di Pier Paolo perché per tutti, “Pasolini gioca ancora”.
Fabio Capello che lo conobbe, sul finire degli anni ’60 ricorda che “giocava all’ala sinistra e aveva corsa, dribbling e un tiro poco potente ma sapeva trascinare gli altri, dentro e fuori dal campo, con la sua personalità”. Gli episodi del Pasolini calciatore sono innumerevoli e in questi giorni ripresi da tantissimi perché ricordo primordiale da lui stesso così sintetizzato: “I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara sono stati indubbiamente i più belli della mia vita. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci penso”. Tifava per il Bologna, quello di Bulgarelli al quale non risparmiò le sue domande, forse indiscrete per il periodo, sulla sessualità. Sicuramente con la sua personalità incuteva un certo imbarazzo nei calciatori e certamente la presenza di intellettuali nei programmi sportivi non era sporadica.
Lo sport era un gesto nobile e questa nobiltà Pasolini la riconobbe non solo al calcio, infatti, nell’arco dei suoi 53 anni di vita si accostò a diverse discipline con abilità e attaccamento diverso. Il salto triplo e il lancio del disco ad esempio lo “ispirarono” nella scelta degli attori di Medea, con Maria Callas. Il bronzo di Messico ’68 Giuseppe Gentile diventa il Giasone, mentre un discobolo, Gianni Brandizzi, farà Ercole.
“Vado spesso a giocare a pallacanestro: sono schiappone, ma mi diverto molto. Lo sport è veramente la mia più pura, spontanea consolazione. Ora ho una voglia frenetica di andare a sciare: sogno le Dolomiti, come una terra alta, sopra le nubi, solatia, risonante di grida e di risa”, scriveva in una lettera del 1941. Il basket era una delle sue passioni universitarie ma fu messa in crisi da Ragazzi di vita, il primo romanzo romano, quando il Riccetto e il Caciotta lo definiscono una “pippa di gioco”. Non è finita, non poteva mancare il ciclismo: “Ora, indubbiamente, nel cielo ciclistico è sorta una nuova stella fissa: Merckx. I giornali italiani non vorranno mica combinarci lo scherzo di non farcela godere!”. La parabola del Cannibale la seguì quasi tutta Pasolini che in un Processo alla Tappa si presta alle domande incalzanti di Vittorio Adorni e usando il gergo ciclistico gli scatta in faccia ricordando le gesta di un corridore degli anni 40, a cavallo della guerra.
Severino Canavesi, era il suo “idolo” perché vinceva poco ed era un tipo controcorrente. Così, secondo me, controcorrente è stato Pasolini, questo Pasolini grandissimo intellettuale che invece di farsi incensare nei salotti preferiva mischiarsi al fango nei campetti di periferia, farsi dare della schiappa per tirare a canestro o essere sfidato dai corridori sulla competenza ciclistica. Luoghi, quelli dello sport, dove la cultura non albergava spesso, furono per lui fonte d’ispirazione e forse furono ispirati da lui. Se a quarant’anni di distanza se ne parla, ecco perché “Pasolini gioca ancora”.
Articolo Precedente
Figc, Carlo Tavecchio in un audio insulta ebrei e omosessuali. Lui: “E’ ricatto”
Articolo Successivo
Tavecchio insulta ebrei e omosessuali. Proteste di Arcigay, associazioni e Pd: “Dimissioni”. Tace il mondo del calcio
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Ultimi articoli di FQ Sport
Sport
Calciatore ammanettato sull’aereo Roma-Tel Aviv, la polizia: “Era nella black list di Israele”. Rischia una denuncia per diffamazione
Calcio
Nel nome di Garibaldi: l’incredibile ascesa del Nottingham Forest, dal rischio Serie B alla Champions come ai tempi di Brian Clough
Sport
“L’accesso allo sport ancora troppo spesso precluso a chi affronta una transizione di genere”: l’autobiografia di Valentina Petrillo
Washington, 1 gen. (Adnkronos) - Un Cybertruck di Tesla è esploso a Las Vegas, nei pressi dell'ingresso del Trump International Hotel. Nello scoppio una persona ha perso la vita e altre sette sono rimaste ferite, riportano i media statunitensi. Secondo la polizia, l'esplosione è avvenuta nell'area parcheggiatori dell'hotel.
Roma, 1 gen. (Adnkronos) - Un uomo armato ha aperto il fuoco a Cetinje, in Montenegro, uccidendo sette persone, tra cui bambini. Le autorità riferiscono che il sospettato è ancora in libertà. La Polizia ha invitato i cittadini a non uscire dalle abitazioni, mentre ancora sono in corso le ricerche dell'aggressore.
Roma, 1 gen. (Adnkronos) - L'Italia ha chiesto al governo dell'Iran la ''liberazione immediata'' della giornalista italiana Cecilia Sala e "garanzie totali sulle sue condizioni di detenzione". E' quanto si apprende dalla Farnesina. Tali richieste sono contenute in una nota verbale che il ministero degli Esteri italiano ha consegnato al governo iraniano attraverso l'ambasciatrice a Teheran Paola Amadei.
La nota si inserisce nell'ambito del lavoro che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sta portando avanti con la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano per arrivare a una rapida e positiva soluzione della vicenda.
Sala è accusata di aver violato "le leggi della Repubblica islamica dell'Iran". Entrata in Iran con visto giornalistico il 14 dicembre, la giornalista si trova in isolamento nel carcere di Evin da oltre 10 giorni.
"Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno. "Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità", ha sottolineato il capo dello Stato (VIDEO).
Brescia, 1 gen. (Adnkronos) - Una bambina di tre anni è rimasta gravemente ferita da un colpo partito da una pistola. E' accaduto in un'abitazione a Gardone Val Trompia in provincia di Brescia e sul posto sono intervenuti i carabinieri. La pistola e le munizioni, a quanto si apprende, erano legalmente detenute dal padre. Da una primissima ricostruzione il colpo sarebbe partito accidentalmente mentre la bambina maneggiava l'arma trovata in casa. Sull'accaduto sono in corso le indagini dei carabinieri.
Roma, 1 gen. (Adnkronos) - L'Italia ha chiesto al governo iraniano la ''liberazione immediata'' della giornalista italiana Cecilia Sala e "garanzie totali sulle sue condizioni di detenzione". E' quanto si apprende dalla Farnesina. Tali richieste sono contenute in una nota verbale che il ministero degli Esteri italiano ha consegnato al governo iraniano attraverso l'ambasciatrice a Teheran Paola Amadei.
La nota si inserisce nell'ambito del lavoro che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sta portando avanti con la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano per arrivare a una rapida e positiva soluzione della vicenda.
Cecilia Sala è accusata di aver violato "le leggi della Repubblica islamica dell'Iran". Entrata in Iran con visto giornalistico il 14 dicembre, la giornalista si trova in isolamento nel carcere di Evin da oltre 10 giorni.
“Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno. "Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità", ha sottolineato il capo dello Stato (VIDEO).
Roma, 1 gen. (Adnkronos) - "Tra le cose belle dell'1 gennaio c'è la fine della Presidenza di turno Ue all'Ungheria e questa procedura che ricorda che l’Unione si fonda sui diritti". Lo scrive l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran, sui social sul taglio fondi Ue all'Ungheria.
Roma, 1 gen. (Adnkronos) - "Esprimo il mio profondo cordoglio per le vittime del folle attacco a New Orleans. Alle famiglie colpite giunga la nostra vicinanza. Rivolgo un pensiero ai feriti e all'intera comunità. È forte lo sdegno e l'orrore per un atto di violenza diretta contro persone innocenti, il terrore non può e non deve prevalere". Così il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.