C’erano una volta i Fascisti su Marte di Corrado Guzzanti, tuttora cliccabili su Youtube. Altri tempi, quando la satira rivaleggiava ad armi pari con l’attualità. Ora l’informazione tende a fare tutto da sola, specie quella del servizio pubblico, dal campo di battaglia siamo passati al Campo dall’Orto; i Tg Rai devono conquistare l’Italia, mica Marte, come l’Istituto Luce di mussoliniana memoria.

monoscopio-Rai

Su Youtube basta digitare “Rai Luce” per vedere le clip del canale di Claudio Colafrancesco. Piccoli spot fulminei, briciole di PowerPoint, trucioli di slide sulle note dalla Canzone della Vittoria e simili marcette. Matteo Renzi in palestra fa mostra delle sue doti di atleta, Stanlio e Ollio si sganasciano alla notizia che Monica Maggioni presiede Viale Mazzini. L’ultima clip, “Cresce la fiducia degli italiani”, presenta il premier in versione bimbominkia che abbraccia i suoi piccoli fan e si fa dare il cinque in qualche istituto elementare (lo si riconosce perché è l’unico a non indossare il grembiulino). “A noi!”, esclama la slide successiva, anni Trenta originale, dove Mussolini in uniforme tiene in braccio un piccolo balilla. Esagerazioni? Fino a un certo punto.

Chi avesse dei dubbi si sintonizzi sul vero cuore pulsante dell’informazione pubblica, Rai News24. Scoprirà un giardino incantato che si presenta come una finestra aperta sul mondo in tempo reale, ma dove come in un mantra girano sempre i soliti due tre annunci strategici. Le notizie separate dai fatti. Nel giro di un’ora si vede Mattarella ripetere all’infinito che “L’Italia non è incurabile”, l’Istat che “La disoccupazione è scesa ai minimi”, chiunque passi dallo studio che l’Expo si è conclusa nel trionfo generale. Seguono le immagini delle fontane danzanti dell’Albero della Vita, capaci di spezzare le reni a quelle del Bellagio di Las Vegas. A noi!

Il Fatto Quotidiano, 1 novembre 2015

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