I proprietari della struttura sono soci della cooperativa Goel Bio che aggrega aziende agricole che si oppongono alla 'ndrangheta nella Locride. In fiamme un capannone e un trattore. "Questo stillicidio va fermato", si legge in un comunicato dell'azienda
Sette intimidazioni in sette anni. L’ultima nella notte tra venerdì e sabato quando qualcuno si è introdotto nei locali dell’agriturismo biologico “A Lanterna” di Monasterace, nella Locride, e hanno dato fuoco a un capannone dove venivano custoditi gli attrezzi agricoli.
Dal 2009 ad oggi, una minaccia all’anno per l’agriturismo che, in un territorio in mano alle cosche, è socio della cooperativa Goel Bio che aggrega aziende agricole che si oppongono alla ‘ndrangheta.
Una vera e propria escalation mafiosa quella che sta riguardando i titolari dell’agriturismo “A Lanterna” che, insieme a Goel Bio, hanno scelto un modello di sviluppo sostenibile creando valore sociale ed economico nel territorio.
Oltre al capannone, ridotto in un ammasso di cenere, questa volta le fiamme hanno distrutto anche un trattore mandando in fumo il gasolio agricolo e l’attrezzatura meccanica. Complessivamente un danno di circa 30mila euro.
Chi ha colpito la cooperativa sapeva che quel trattore era essenziale all’attività dell’azienda. Nei prossimi giorni, infatti, stava per iniziare la campagna di raccolta degli agrumi di Goel Bio.
Dal 2009 quando un incendio ha danneggiato un uliveto, con cadenza annuale i titolari dell’azienda agricola stanno facendo i conti con le intimidazioni di chi considera la Locride un territorio in cui la ‘ndrangheta decide chi deve lavorare e chi no.
Nel 2012 è stata addirittura distrutta parte della struttura di accoglienza agrituristica. Lo scorso anno si è tentato di appiccare fuoco al ristorante.
“Questo stillicidio va fermato. – è scritto in un comunicato della cooperativa – Goel si sforza con le proprie attività di dare una concreta speranza di riscatto dalla ‘ndrangheta. Ma se la reazione non sarà forte e incisiva il messaggio che rischia di passare agli occhi della gente è quello della disfatta e dell’impunità. Pur esprimendo piena fiducia alle forze dell’ordine e alla magistratura che ci sono vicini e sono già all’opera per tentare di chiarire moventi e responsabili di questa e di tante altre intimidazioni, chiediamo ai rappresentanti degli organi di governo, ai rappresentanti politici e alle istituzioni una ferma reazione al fianco delle aziende che continuano a subire inermi, una reazione che si faccia tangibilmente sentire nel territorio”