“Le fondazioni bancarie investiranno 150 milioni di euro in un progetto per l’infanzia svantaggiata”. L’annuncio fatto durante la Giornata del risparmio dal sempreverde Giuseppe Guzzetti, da 15 anni alla guida dell’Acri – la lobby che riunisce gli 88 enti di origine bancaria – non stupisce se si tiene conto di un comma ad hoc inserito nella legge di Stabilità ora all’esame del Parlamento. All’articolo 24 si legge infatti che le fondazioni godranno di un credito di imposta del 75% sui contributi che destineranno a un nuovo fondo per il contrasto alla povertà educativa. Un vantaggio non da poco: mettendo sul piatto la cifra indicata da Guzzetti si vedranno ridurre le tasse di 112,5 milioni in un colpo solo.
Il banchiere che è stato regista dell’accordo per la sostituzione di Franco Bassanini in Cassa depositi e prestiti ha ottenuto dunque una nuova compensazione a fronte degli aggravi fiscali previsti dalla manovra 2014, che aveva aumentato la tassazione dei dividendi percepiti dagli enti. Questo, peraltro, dopo che l’anno scorso le fondazioni avevano incassato anche un credito di imposta del 65% sui finanziamenti concessi a progetti artistici e culturali, dai restauri ai musei. Che negli ultimi anni sono stati i destinatari privilegiati delle erogazioni degli enti nati per sostituire lo Stato nel capitale delle banche pubbliche. Lasciando invece in secondo piano i progetti di assistenza sociale e quelli legati al welfare, proprio mentre i cittadini vedevano i propri redditi calare e i servizi pubblici restringersi.
I dati relativi al 2014 evidenziano un tentativo di inversione di tendenza, ma il confronto con il 2007 resta impietoso. Dall’ultimo rapporto Acri risulta in particolare che lo scorso anno il patrimonio delle 88 fondazioni è lievemente aumentato per la prima volta dal 2011, salendo a 41,2 miliardi di euro dai 40,8 del 2013, e alle erogazioni sono stati destinati 911 milioni. Dato in crescita rispetto agli 884 del 2013, ma nel 2012 ne erano stati messi a disposizione 965,8. Il 29,9% delle risorse, pari a 272,8 milioni, è andato al settore Arte, attività e beni culturali. Volontariato, filantropia e beneficenza hanno ricevuto 131,7 milioni (il 14,4% del totale) compresi i 45 di accantonamento obbligatorio ai Centri di servizio per il volontariato, a cui si aggiungono 123,6 milioni andati all’Assistenza sociale e i 68,9 destinati alla Salute pubblica, che portano il totale andato al sociale in senso lato a 324,2 milioni. Prima della crisi però il piatto era ben più ricco: all’epoca le fondazioni versavano a volontariato e filantropia 178 milioni, all’assistenza sociale quasi 168 milioni e alla salute pubblica 134 milioni. Per un totale di 480 milioni.
Dall’analisi dei bilanci 2014 delle prime cinque fondazioni italiane emerge un quadro simile: sommando tutte le erogazioni che vanno a beneficenza, assistenza e welfare, il totale supera le somme versate ad arte e cultura. Unica eccezione Crt, per la quale il rapporto è ancora sbilanciato a favore della seconda area: la fondazione che ha il 2,5% di Unicredit, ha deliberato contributi per 40 milioni, di cui 15 ad arte e cultura, 13,2 a educazione e istruzione e solo 11,8 ripartiti tra volontariato, filantropia, beneficenza e salute pubblica.
Cariplo, di cui è presidente Guzzetti, durante un esercizio chiuso con un avanzo superiore a 545 milioni di euro ha destinato all’attività filantropica 149,4 milioni contro i 144 dell’anno prima. La fetta più grossa, 49,1 milioni, è andata ai progetti legati ad arte e cultura. Ai servizi alla persona sono stati destinati 41,73 milioni, a cui vanno sommati 20,92 milioni stanziati per filantropia e volontariato. Va però considerato che queste ultime due voci comprendono moltissimi interventi che con le necessità più urgenti dei cittadini hanno poco a che fare: per esempio i soldi che transitano attraverso le 15 fondazioni di comunità promosse dalla stessa Cariplo sono usati anche per finanziare bandi per progetti culturali e artistici.
La torinese Compagnia di San Paolo, che ha chiuso l’esercizio con utili per 239 milioni, ha deliberato durante l’anno erogazioni per 126 milioni: 30 sono andati al patrimonio storico e ad attività culturali, 43 a ricerca e istruzione e 53 a politiche sociali e sanità, a cui si sommano i 6,3 milioni di accantonamento al Fondo per il volontariato. La Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, che lo scorso anno ha visto l’avanzo di esercizio salire a 74,2 milioni (+33% sul 2013), ha assegnato invece 42,4 milioni di cui 12,5 all’arte e 13,6, nel complesso, a “tutela delle categorie deboli” e salute. Infine Cariverona ha destinato 27,5 milioni ad arte e cultura e 39,5 a volontariato, assistenza agli anziani e salute.
In questo quadro, le fondazioni hanno firmato con il Tesoro un protocollo di “autoriforma” in base al quale saranno tenute a diversificare gli investimenti. Obiettivo, evitare che in futuro i rapporti con gli istituti di cui sono socie prendano di nuovo derive patologiche, come avvenuto per il Monte dei Paschi di Siena e Carige e gli enti omonimi. Derive che hanno avuto conseguenze pesanti per il territorio di riferimento: per esempio la fondazione di Palazzo Sansedoni, dopo essersi svenata per seguire gli aumenti di capitale della banca, lo scorso anno ha congelato l’assegnazione di nuovi contributi per concentrarsi sul rimborso del proprio debito.
Onlus & Dintorni
Fondazioni bancarie, il patrimonio torna a salire ma le erogazioni al sociale no
Lo scorso anno gli enti hanno destinato a assistenza, volontariato e salute pubblica 324,2 milioni contro i 480 del 2007. Tra i cinque più grandi, Crt continua a privilegiare i progetti culturali, a cui ha versato 15 milioni su 40 totali. La Compagnia di San Paolo dedica invece la fetta più grossa delle proprie risorse a welfare e sanità, come Cariplo e Cariparo. Fondazione Mps ha congelato i contributi per concentrarsi sul rimborso del debito
“Le fondazioni bancarie investiranno 150 milioni di euro in un progetto per l’infanzia svantaggiata”. L’annuncio fatto durante la Giornata del risparmio dal sempreverde Giuseppe Guzzetti, da 15 anni alla guida dell’Acri – la lobby che riunisce gli 88 enti di origine bancaria – non stupisce se si tiene conto di un comma ad hoc inserito nella legge di Stabilità ora all’esame del Parlamento. All’articolo 24 si legge infatti che le fondazioni godranno di un credito di imposta del 75% sui contributi che destineranno a un nuovo fondo per il contrasto alla povertà educativa. Un vantaggio non da poco: mettendo sul piatto la cifra indicata da Guzzetti si vedranno ridurre le tasse di 112,5 milioni in un colpo solo.
Il banchiere che è stato regista dell’accordo per la sostituzione di Franco Bassanini in Cassa depositi e prestiti ha ottenuto dunque una nuova compensazione a fronte degli aggravi fiscali previsti dalla manovra 2014, che aveva aumentato la tassazione dei dividendi percepiti dagli enti. Questo, peraltro, dopo che l’anno scorso le fondazioni avevano incassato anche un credito di imposta del 65% sui finanziamenti concessi a progetti artistici e culturali, dai restauri ai musei. Che negli ultimi anni sono stati i destinatari privilegiati delle erogazioni degli enti nati per sostituire lo Stato nel capitale delle banche pubbliche. Lasciando invece in secondo piano i progetti di assistenza sociale e quelli legati al welfare, proprio mentre i cittadini vedevano i propri redditi calare e i servizi pubblici restringersi.
I dati relativi al 2014 evidenziano un tentativo di inversione di tendenza, ma il confronto con il 2007 resta impietoso. Dall’ultimo rapporto Acri risulta in particolare che lo scorso anno il patrimonio delle 88 fondazioni è lievemente aumentato per la prima volta dal 2011, salendo a 41,2 miliardi di euro dai 40,8 del 2013, e alle erogazioni sono stati destinati 911 milioni. Dato in crescita rispetto agli 884 del 2013, ma nel 2012 ne erano stati messi a disposizione 965,8. Il 29,9% delle risorse, pari a 272,8 milioni, è andato al settore Arte, attività e beni culturali. Volontariato, filantropia e beneficenza hanno ricevuto 131,7 milioni (il 14,4% del totale) compresi i 45 di accantonamento obbligatorio ai Centri di servizio per il volontariato, a cui si aggiungono 123,6 milioni andati all’Assistenza sociale e i 68,9 destinati alla Salute pubblica, che portano il totale andato al sociale in senso lato a 324,2 milioni. Prima della crisi però il piatto era ben più ricco: all’epoca le fondazioni versavano a volontariato e filantropia 178 milioni, all’assistenza sociale quasi 168 milioni e alla salute pubblica 134 milioni. Per un totale di 480 milioni.
Dall’analisi dei bilanci 2014 delle prime cinque fondazioni italiane emerge un quadro simile: sommando tutte le erogazioni che vanno a beneficenza, assistenza e welfare, il totale supera le somme versate ad arte e cultura. Unica eccezione Crt, per la quale il rapporto è ancora sbilanciato a favore della seconda area: la fondazione che ha il 2,5% di Unicredit, ha deliberato contributi per 40 milioni, di cui 15 ad arte e cultura, 13,2 a educazione e istruzione e solo 11,8 ripartiti tra volontariato, filantropia, beneficenza e salute pubblica.
Cariplo, di cui è presidente Guzzetti, durante un esercizio chiuso con un avanzo superiore a 545 milioni di euro ha destinato all’attività filantropica 149,4 milioni contro i 144 dell’anno prima. La fetta più grossa, 49,1 milioni, è andata ai progetti legati ad arte e cultura. Ai servizi alla persona sono stati destinati 41,73 milioni, a cui vanno sommati 20,92 milioni stanziati per filantropia e volontariato. Va però considerato che queste ultime due voci comprendono moltissimi interventi che con le necessità più urgenti dei cittadini hanno poco a che fare: per esempio i soldi che transitano attraverso le 15 fondazioni di comunità promosse dalla stessa Cariplo sono usati anche per finanziare bandi per progetti culturali e artistici.
La torinese Compagnia di San Paolo, che ha chiuso l’esercizio con utili per 239 milioni, ha deliberato durante l’anno erogazioni per 126 milioni: 30 sono andati al patrimonio storico e ad attività culturali, 43 a ricerca e istruzione e 53 a politiche sociali e sanità, a cui si sommano i 6,3 milioni di accantonamento al Fondo per il volontariato. La Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, che lo scorso anno ha visto l’avanzo di esercizio salire a 74,2 milioni (+33% sul 2013), ha assegnato invece 42,4 milioni di cui 12,5 all’arte e 13,6, nel complesso, a “tutela delle categorie deboli” e salute. Infine Cariverona ha destinato 27,5 milioni ad arte e cultura e 39,5 a volontariato, assistenza agli anziani e salute.
In questo quadro, le fondazioni hanno firmato con il Tesoro un protocollo di “autoriforma” in base al quale saranno tenute a diversificare gli investimenti. Obiettivo, evitare che in futuro i rapporti con gli istituti di cui sono socie prendano di nuovo derive patologiche, come avvenuto per il Monte dei Paschi di Siena e Carige e gli enti omonimi. Derive che hanno avuto conseguenze pesanti per il territorio di riferimento: per esempio la fondazione di Palazzo Sansedoni, dopo essersi svenata per seguire gli aumenti di capitale della banca, lo scorso anno ha congelato l’assegnazione di nuovi contributi per concentrarsi sul rimborso del proprio debito.
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Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.