Nel referendum consultivo del 15 dicembre 2013 l'88 per cento degli abitanti si era espresso per il passaggio a Ravenna. Ora il ddl Delrio con la creazione delle cosiddette aree vaste, il primo cittadino ex M5S Fabbri dovrà schierarsi: "Non è facile, bisognerà giocarsi al meglio le carte vincenti"
Emilia o Romagna? Il comune di Comacchio, appeso all’estremo confine ad est tra l’Emilia e la Romagna, si specchia e rispecchia ora da una parte, ora dall’altra, ma ben presto dovrà prendere una decisione. Di nuovo. Una scelta, infatti, era già stata presa, il 15 dicembre 2013, quando il 30,70 per cento dei cittadini si espresse con un plebiscito, pari all’88,82 per cento dei consensi, nel referendum consultivo in favore del passaggio dalla provincia di Ferrara a quella di Ravenna. Da quel giorno poco è cambiato, ma oggi, con il riordino delle province e la creazione delle cosiddette “aree vaste” previste dal ddl Delrio, il confronto tra la cittadina lagunare e la Regione si intensifica. Sulla carta, Comacchio — circa 23mila abitanti — è emiliana ma, nel sentire dei suoi abitanti, trarrebbe maggiori benefici nell’essere romagnola. Con la Romagna si schiera anche il centrodestra, mentre il sindaco di Comacchio, ex Cinque Stelle Marco Fabbri, ammette che la scelta «non è facile» e che bisognerà giocarsi al meglio «le carte vincenti».
I nodi della vicenda sono relativi alla salvaguardia dei servizi — su tutti, la sanità — e agli interessi commerciali caratteristici della zona lagunare. Lo schiacciante “sì” espresso dal referendum fu frutto delle strategie di sviluppo di Comacchio, che potrebbero essere potenziate in armonia con i vicini comuni del ravennate. Lo scorso settembre il presidente della Regione, Stefano Bonaccini aveva rassicurato riguardo la collocazione di Ferrara nel nuovo assetto regionale, riferendo che «sarà sicuramente messa nelle condizioni di non essere seconda a nessuno». Oggi, Fabbri è chiamato a scegliere: seguire la via indicata dai comacchiesi nel referendum, o agire diversamente. Il sindaco per ora fa sapere che, se i confini posti alla aree vaste saranno rigidi (con lo spostamento di tutte le competenze da una parte o dall’altra), allora Comacchio sceglierà Ravenna e la Romagna, per interessi comuni sul settore del turismo. Dall’altra parte, però, attende risposte da Ferrara: «Occorre capire cosa farà Ferrara — spiega —, se avrà voglia di guardare anche lei verso Ravenna. Comacchio ha tutto l’interesse a stare con Ravenna e forse anche Ferrara».
Nel frattempo, sulla pagina Facebook della lista civica L’Onda Comacchio, i cittadini si esprimono con decisione verso la Romagna. In particolare, l’attenzione è puntata sul futuro dell’ospedale San Camillo. Favorevole all’asse romagnolo è anche Antonio Di Munno, del centrodestra, secondo il quale «la discussione è già chiusa: Comacchio deve andare con Ravenna perché i cittadini hanno così deciso». Di parere opposto, invece, la segretaria della Lega Nord, Maura Tomasi: «Comacchio deve stare con Ferrara e possibilmente con l’Emilia. La ricchezza, la possibilità d’investimento è tutta in quell’area. In Romagna saremmo uno dei tanti comuni costieri, in Emilia saremmo “il” comune costiero».