Forse non sarà la “capitale morale” del Paese, come sostiene Raffaele Cantone. Di certo da ieri sera Milano è di nuovo la capitale del calcio italiano. Lo dicono la doppia vittoria nel “derby” con le romane e i numeri della classifica: l’Inter prima (insieme alla Fiorentina) a quota 24, il Milan sesto e in rimonta a 19. Milano con le sue due squadre mette insieme 43 punti, due in più di Roma che si ferma a 41 (23 dei giallorossi, 18 dei biancocelesti). È davanti a tutte le città italiane.
Il primato è il frutto di un weekend di campionato davvero speciale per la città della Madonnina. Prima il successo dell’Inter e di Mancini nel big match a San Siro contro la Roma. Poi anche il 3-1 dei ragazzi di Mihajlovic all’Olimpico, dove la Lazio era stata una macchina da guerra fino a ieri (sei vittorie su sei da inizio stagione). Sui navigli, in piazza Duomo si respira un’aria nuova. Milano è tornata, o almeno sogna di tornare grande.
L’anno scorso le romane avevano rifilato alle milanesi 32 punti di distacco. Nel 2013/2014, 24 punti. Milano inseguiva, arrancava. Dietro non solo alla Capitale (quella politica), ma anche a Torino (e non soltanto per merito della Juve campione d’Italia, anche delle ottime stagioni dei granata di Ventura). Per ritrovarla in testa alla virtuale classifica per città alla fine di un campionato, bisogna tornare indietro al 2012/2013: stagione comunque non eccezionale per il Milan (terzo) e negativa per l’Inter (nona). Adesso le cose sono diverse: dietro al primato di coppia, ci sono ambizioni di vertice individuali. Il ritorno in Champions come obiettivo minimo, magari qualcosa in più.
Certo, siamo ancora solo all’undicesima giornata. Anche l’anno passato qualche risultato aveva fatto gridare alla “resurrezione” di Milano, poi smentita dalla classifica di fine campionato. I numeri, specie di una sera, non cambiano la realtà di un ciclo. La Roma era e resta superiore all’Inter, nonostante la sconfitta di San Siro. Il Milan fino a qualche giorno fa era in piena crisi, con Mihajlovic a rischio esonero. Fuori dal campo i nerazzurri stanno cercando di superare il passaggio doloroso dall’era Moratti a quella Thohir, con tanti dubbi sui conti. Per i rossoneri, invece, il futuro societario è un’incognita totale. Semplicemente, in questo preciso momento storico le romane (la Roma degli americani, ma anche la Lazio dell’ “oculato” Lotito) stanno meglio delle milanesi.
I numeri non sono tutto, appunto. Ma contano, specie se sommati ad altri piccoli segnali. Come l’Inter che continua a giocar male ma continua a vincere (e alla lunga non può essere solo fortuna). Come il Milan in netta ripresa dopo il cambio di modulo e atteso adesso da un calendario molto favorevole (con la sola eccezione della Juventus in casa, Atalanta, Sampdoria, Carpi, Verona e Frosinone fino a Natale). Il primato di capitale del calcio italiano può non essere solo il sogno di una sera. E a Milano si accontenterebbero di quello, lasciando stare la morale.
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