Lo svarione di Chiellini, l’espulsione di Hernanes, un inizio senza idee e personalità. Ma anche una mezzora da grande squadra a cavallo tra primo e secondo tempo, un ottimo Pogba e il solito Buffon, il gol di Lichtsteiner al ritorno in campo dopo l’operazione al cuore. È una serata in chiaroscuro la trasferta della Juventus in Germania contro il Borussia Monchengladbach: tante ombre, a livello individuale e collettivo, qualche luce. Il risultato è un 1-1 comunque prezioso in chiave qualificazione, per come si era messa all’inizio e stava terminando alla fine. In Europa non si butta via un pareggio fuori casa in inferiorità numerica. Specie se permette di mantenere un margine di sicurezza di 5 punti a due giornate dalla fine sul terzo posto del Siviglia.

Eppure Massimiliano Allegri ha tante ragioni per essere preoccupato dopo il risultato positivo in terra tedesca. Più del liscio di Chiellini che ha letteralmente regalato un gol agli avversari, più della follia di Hernanes, della partita resta negli occhi soprattutto la prima mezzora, sconcertante per atteggiamento, mancanza di corsa e idee tattiche da parte di tutta la formazione. Allegri vuole ricominciare dal 4-3-1-2. Ci aveva provato col Torino (salvo doverci rinunciare dopo pochi minuti per l’infortunio di Khedira), lo ripropone anche in Germania. Così ci sono sia Sturaro (mezzala) che Hernanes (trequartista) in ballottaggio alla vigilia, alle spalle della coppia Morata-Dybala, quella preferita anche dai tifosi juventini. Ma forse è anche il cambio di modulo (l’ennesimo di quest’inizio stagione) a far smarrire la Juventus.

Il Borussia, “cenerentola” del girone solo un mese fa, adesso è una squadra in gran forma. Sei vittorie consecutive in campionato. Frutto non solo di una condizione fisica invidiabile, ma anche di buona tecnica di base: la gemma di controbalzo con cui Dahoud al quarto d’ora fa tremare la traversa di Buffon lo dimostra. Il resto è corsa e sovrapposizioni nel 4-4-2 scolastico ma efficace di Schubert, che mette in grave difficoltà i bianconeri, in tenuta rosa per l’occasione. Il gol dei padroni di casa è nell’aria, ma quando arriva al 20’ è per uno svarione clamoroso di Chiellini, che in mezzo all’aria cicca il rinvio: Raffael è lucido ad allargare, Johnson a fulminare Buffon in diagonale. Svantaggio tutt’altro che casuale: per poco non arriva in fotocopia il raddoppio, Buffon mette una pezza sull’attivissimo Traorè. Semplicemente i tedeschi sanno cosa fare e lo fanno a velocità doppia. Solo dopo 25 minuti a ritmi folli la marea nera si placa. La Juve riprende colore, cresce un po’ alla volta. Sfiora il pareggio di testa con Chiellini ed Evra, lo trova con un gran gol al volo del rientrante Lichtsteiner, imbeccato da un esterno delizioso di Pogba. L’1-1 è forse immeritato per quanto visto, ma non vale meno.

Il peggio sembra passato, ma la Juve riesce ancora a complicarsi la vita. Nel pieno di un avvio di ripresa arrembante, Hernanes lascia in dieci i suoi per un’entrataccia su una palla vagante a centrocampo: rosso diretto nonostante l’avversario venga solo sfiorato, ma è difficile dare torto all’arbitro Kuipers vista la pericolosità dell’intervento. In superiorità numerica il Borussia, stanco e sul punto di crollare, torna a macinare gioco alla sua maniera. E la Juve ricomincia a soffrire, stavolta comprensibilmente. Nel momento di difficoltà ci si aggrappa ancora a Buffon, e il Gigi nazionale non tradisce, murando una conclusione a colpo sicuro di Stindl da dentro l’area piccola. Poi di nuovo allo scadere, toccando quanto basta la staffilata di Hazard jr. per mandarla sulla traversa. La resistenza finale, in affanno e con orgoglio, è una delle poche note liete della serata. La migliore non viene dalla Germania ma dalla Spagna: il Manchester City ha vinto 3-1 a Siviglia. Così gli inglesi sorpassano i bianconeri in vetta al girone D e gli spagnoli restano dietro di cinque lunghezze. La qualificazione è ancora a portata di mano. E non è poco, dopo aver raggranellato solo due punti nella doppia sfida con il piccolo Gladbach.

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