La Roma può solo vincere, la Juventus non è spalle al muro ma deve farlo per non complicare un cammino che sembrava tutto in discesa dopo le prime due vittorie. La quarta giornata di Champions League è un “back to back” in stile Nba, solo a distanza di due settimane. Le italiane tornano a sfidare le ultime due avversarie tedesche (i bianconeri il Borussia Moenchengladbach, i giallorossi il Bayer Leverkusen) che le hanno frenate nell’ultimo turno. Sarà ancora Italia-Germania: a campi invertiti, e con un quoziente di difficoltà più alto dovuto alla pressione.
Comincia la Juve martedì sera in trasferta. Il Gladbach non va sottovalutato e i ragazzi di Allegri se ne sono accorti all’andata a Torino: una partita sulla carta agevole e finita solo 0-0, senza grandi occasioni per i padroni di casa. I tedeschi hanno perso i primi due match con Manchester City e Siviglia, ma non sono più quella squadra: da quando in panchina Schubert ha sostituito Favre, hanno messo in fila sei vittorie consecutive in campionato, risalendo fino al quinto posto in classifica (erano stati anche ultimi). Hanno un’identità di gioco precisa (4-4-2 schematico, copertura rigorosa del campo e ripartenze veloci in contropiede) e possono mettere in difficoltà chiunque in questo momento. Anche i campioni d’Italia. Dopo lo scivolone all’esordio nello scontro diretto, il City si è riavvicinato parecchio in classifica.
Servono tre punti per difendere il primo posto che varrebbe oro nel sorteggio degli ottavi di finale, ed evitare inutili preoccupazioni (in caso di successo del Siviglia sul City nell’altro match, tutto tornerebbe in discussione). La Juve arriva in Germania con l’iniezione di fiducia del successo all’ultimo secondo nel derby col Torino, ma anche con i tanti dubbi dovuti ad una prestazione deludente. E il solito tormentone Dybala, che rischia di trascinarsi a lungo: l’argentino dovrebbe tornare in panchina, dopo le partite opache con Sassuolo e Torino. Davanti tridente Cuadrado-Mandzukic-Morata, soluzione che in coppa ha sempre convinto. A centrocampo c’è da sostituire Khedira, di nuovo infortunato: Hernanes e Sturaro le alternative, molto diverse fra loro.
Se per i bianconeri la sfida in Germania è “solo” importante, per la Roma è giù decisiva in casa contro il Bayer Leverkusen. “Win or go home”, per dirla all’americana: ultimi a quota due punti, i giallorossi sono praticamente eliminati se non battono i tedeschi. E il morale della truppa di Garcia non è particolarmente alto, dopo il ko contro l’Inter a San Siro. Forse meglio così: la Roma è andata spesso a corrente alternata quest’anno, agli scivoloni è sempre seguita una reazione. Ci si gioca tanto, se non tutto, in una settimana, tra Champions e derby con la Lazio. Ma almeno mercoledì non serve un’impresa, basterebbe una partita da Roma. Possibilmente per tutti i novanta minuti, e non come all’andata a Leverkusen, dove i giallorossi hanno avuto due inspiegabili black-out, all’inizio e alla fine, che hanno pregiudicato il risultato. Nella parte centrale di quel pirotecnico 4-4 c’è tutto ciò che serve per avere la meglio sui tedeschi, squadra brillante e aggressiva, ma fragilissima in difesa. Garcia, ancora senza De Rossi, dovrebbe rilanciare l’oggetto misterioso Vainqueur e confermare Gervinho, Salah e Dzeko (a rischio contestazione) in attacco. Ma più che di uomini, è questione di atteggiamento. Imparare dagli errori di due settimane fa tenere vivo il sogno Champions. Ritrovarsi a novembre in corsa solo per il campionato potrebbe essere deleterio anche in chiavo scudetto.