Ha scelto Facebook, l'ex sindaco, per replicare all'affondo del premier che lunedì, durante la presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa, lo accusava di "inventare congiure per coprire la propria incapacità": "Contro di me Killeraggio - ha scritto il chirurgo - assistiamo a una pericolosa bulimia da potere, che elimina gli anticorpi democratici"
La risposta non si è fatta attendere. Ha scelto Facebook, Ignazio Marino, per replicare all’affondo di Matteo Renzi che lunedì, durante la presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, accusava l’ex sindaco di Roma di “inventare congiure per coprire la propria incapacità”. “Il Presidente del Consiglio potrebbe e dovrebbe esercitare maggiore rispetto – ha scritto il chirurgo – continua a dire ‘basta polemiche’, ma poi insiste negli insulti e nelle provocazioni. Non si rende conto, o forse non gli interessa, che insultando me insulta le centinaia di migliaia di cittadini che mi hanno scelto come sindaco prima alle primarie, poi al primo turno ed infine al ballottaggio”.
Caduto in seguito alle dimissioni presentate contestualmente da 19 consiglieri del Partito Democratico e 6 dell’opposizione, Marino parla di “killeraggio”: “È del tutto evidente che Renzi mi attacca e offende sul piano personale per coprire con la “damnatio memoriae” una spregiudicata operazione di killeraggio che ha fatto esultare i tanti potentati che vogliono rimettere le mani sulla città”.
Un’operazione portata a termine dal premier con uno scopo chiaro: “Occorre invece ristabilire la verità: Renzi voleva Roma sotto il suo diretto controllo e se l’è presa – scrive Marino, riecheggiando il “Pijamose Roma” con cui uno dei membri della Banda della Magliana in “Romanzo criminale”, il Libanese, propone a un altro malvivente di unire le forze per prendere il controllo della città – utilizzando il suo doppio ruolo: come segretario del partito ha voluto che i 19 consiglieri del PD si dimettessero, come Presidente del Consiglio ha sostituito il sindaco, legittimamente eletto, con un prefetto, certamente persona degnissima, che farà capo come dice la legge allo stesso Presidente del Consiglio”.
“Assistiamo a una pericolosa bulimia da potere, che elimina gli anticorpi democratici. Il messaggio è chiaro: chi non si allinea, chi non ripete a pappagallo i suoi slogan viene allontanato o addirittura bandito“, conclude l’ex sindaco.