Sul fronte degli ascolti, la finalissima ha retto bene lo scontro con le fiction di RaiUno e Canale5, portando a casa 2,5 milioni di spettatori e battendo il competitor diretto Le Iene su Italia1. Costantino della Gherardesca non ha più bisogno di consacrazioni. Pechino Express è il suo habitat naturale
Dopo la prima puntata, avevamo presentato questa edizione di Pechino Express come “la più gay di sempre”, per l’alto tasso di omosessualità dichiarata che permeava la quarta stazione dell’adventure game di RaiDue condotto da Costantino della Gherardesca. Ebbene, a quanto pare siamo stati facili profeti, perché la coppia vincitrice, dopo un viaggio lungo 8mila chilometri dall’Ecuador a Rio de Janeiro, è quella degli Antipodi, composta dalla webstar Pinna e dal suo muscoloso personal trainer Roberto. Se la fantomatica lobby gay in Italia esistesse davvero, sarebbe il momento di tirarla in ballo.
Una vittoria inaspettata, visto che quasi tutte le puntate erano state dominate dagli Espatriati (l’ambizioso cantante Pascal, detestato sui social network, e il campione di arti marziali Kang). Anche durante l’ultima tappa, Pascal e Kang hanno annichilito gli avversari fino a pochi passi dall’arrivo. Poi si è messo di traverso un tassista brasiliano ma evidentemente con influenze salviniane (continuava a ripetere: “Voi non potete venire nel paese degli altri e fare quello che volete”) che non aveva capito di dover dare un passaggio ai concorrenti gratuitamente e alla fine della corsa pretendeva di essere pagato.
L’arrivo finale di Pechino Express era il centro del terreno di gioco del leggendario Maracanà, con tappetone rosso d’ordinanza sul quale le coppie dovevano saltare, attendendo di scoprire la loro posizione. Scenario suggestivo, impreziosito dalle immagini che scorrevano sui maxischermi dello stadio carioca. Una mise en scene perfetta, che ha chiuso la puntata in un crescendo di emozioni, con una resa televisiva efficacissima.
Nel frattempo, durante la prima fase della finale, erano state eliminate le ultime due coppie femminili: le Professoresse dell’Eredità (quarte) e le Persiane, cioè Giulia Salemi e la madre Fariba, fenomeno trash di questa edizione (terze). Sul fronte degli ascolti, la finalissima ha retto bene lo scontro con le fiction di RaiUno e Canale5, portando a casa 2,5 milioni di spettatori e uno share del 10,2%, battendo il competitor diretto Le Iene su Italia1 e confermando un dato che si è mantenuto costante durante tutte le dieci tappe di questa edizione.
Pechino Express non è più una sorpresa televisiva. È una consolidata realtà che macina risultati ragguardevoli e che sui social innesca un divertentissimo effluvio di tweet a commentare live la puntata. Questa edizione poteva contare su un cast sottotono, decisamente meno interessante rispetto agli anni scorsi, ma il successo ottenuto dimostra che è il format il vero protagonista, e che anche i concorrenti più insipidi (e ce ne sono stati, Dio se ce ne sono stati!) vengono resi interessanti da un montaggio praticamente perfetto e da una narrazione avvincente e paracula al punto giusto.
Costantino della Gherardesca, invece, non ha più bisogno di consacrazioni. Pechino Express è il suo habitat naturale, la sua conduzione fuori dagli schemi televisivi classici è divertente e dissacrante. Prima o poi gli toccherà tentare nuove strade televisive, e lì scopriremo se è abbastanza duttile da cimentarsi (e convincere) in generi e programmi differenti. Per adesso, però, ce lo godiamo a Pechino Express, il prodotto televisivo di intrattenimento più riuscito e di qualità dei canali generalisti degli ultimi anni.