Qualcuno lo credeva già morto invece il leader di al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri, ha rivolto un appello ai lupi solitari perché sferrino nuovi attacchi contro i Paesi occidentali, e in particolare contro l’America, lodando invece le recenti azioni condotte dai palestinesi contro gli israeliani. In un video diffuso su Twitter al-Zawahiri ha dichiarato che “il primo obiettivo è colpire l’Occidente, e soprattutto l’America a casa propria, e attaccare i loro interessi ovunque”. Inoltre il medico egiziano ha deciso di aprire una porta all’Isis pur non condividendo l’autoproclamazione del sedicente Stato Islamico. L’idea è quella di creare un fronte comune dei jihadisti dalla Turchia all’Africa per contrastare Russia e Occidente sia in Siria che in Iraq. Un colpo di scena visto che lo scorso settembre al- Zawairi “dichiarava guerra” al leader dell’Isis al Baghdadi per essersi autoproclamato capo di tutti i musulmani, il wali, senza consultarsi e per aver arrecato molti danni all’intera umma.
Che Al Zawahiri sia in cerca di popolarità è noto visto che al Qaeda è stata soppiantata a livello mediatico dall’Isis. Il noto chirurgo egiziano sembra resuscitare sempre nelle occasioni più importanti. Al-Zawairi proviene da una ricca famiglia egiziana di medici e magistrati. Suo padre era professore di farmacologia all’Università del Cairo e suo nonno era l’imam dell’Università Al-Azhar. A quattordici anni entrò a far parte dei Fratelli musulmani e fu tra le centinaia di persone arrestate a seguito dell’assassinio del presidente egiziano Anwar al Sadat, il 6 ottobre del 1981. Uscito di carcere, si unì alla resistenza dei mujaheddin in Afghanistan contro l’allora Unione Sovietica e lì conobbe Bin Laden. La dietrologia storica ci rimanda alla guerra in Bosnia, quando Ayman al-Zawahiri arrivò a Zenica. Quest’ultimo negli anni Novanta si era mosso usando nomi, documenti personali e bancari falsi. Con l’alias di Muhammad Ibråhim aveva trascorso un breve periodo a Vienna nel 1993.
Dalla capitale austriaca, via Zagabria, era arrivato in Bosnia. I suoi compiti principali erano di controllare il flusso degli aiuti finanziari ai mujåhidin, di favorire i trasferimenti dei volontari islamici dal Pakistan, dall’Afghanistan e dai paesi arabi, nonché di garantire i viaggi dei cittadini bosniaci per i corsi di istruzione nei campi di addestramento terroristico in Pakistan, Afghanistan, Iran. Dopo la morte di Bin Laden ha ereditato “La Base” muovendosi sempre a tentoni a causa del suo scarso carisma. Non è mai riuscito a riassorbire tutte le milizie islamiste dimostrandosi poco attento alle masse che invece sono stato terreno fertile per l’Isis. Così nel tempo ha perso la fedeltà di molte organizzazioni jihadiste perdendo numerosi combattenti.
Il segno della sua sconfitta finale è il porgere una mano al suo acerrimo nemico Al- Baghdadi nella speranza che in questo quadro di sottosistemi regionali differenziati per regole, aspettative, comportamenti e caratteristiche degli attori, possa tornare ad avere un ruolo di autorità catalizzando verso di sé l’attenzione mediatica. Al Qaeda se pur emarginata non è del tutto sconfitta. Un’organizzazione che sta perdendo la battaglia sul campo compresa quella delle idee resta comunque un´organizzazione capace di qualunque atrocità.