Un ritratto del proprio cane, del figlio, della fidanzata, o di Obama? Meglio dei ritrattisti di Place du Tertre a Montmartre c’è Tim Patch, il pittore più celebre, e forse unico al mondo, che al posto del pennello usa il pene, i testicoli e le chiappe. Forte di un successo mediatico non indifferente, il 65 (o 66enne) di origine inglese ma residente in Australia dalla fine degli anni settanta, si fa chiamare niente meno che Pricasso. Il riferimento a “prick”, uno dei tanti modi di dire “pene” nella lingua inglese, è lapalissiano.
L’accostamento alla leggenda pittorica mondiale del Novecento stenta invece a decollare, se non per una vaghissima somiglianza nel tratto ondeggiante per definire… gli sfondi. Pricasso in fondo è un burlone. Fino a cinquant’anni tra canguri e chilometrici outback si è dedicato alla ceramica e a costruire qualche palazzina in stile Gaudì. Il demone dell’arte però scorreva nelle sue vene, soprattutto quelle pelviche, e l’inazione se non per qualche minimalista opera da ritrattista di strada gli è stata sempre stretta. Poi all’improvviso nel 2005, quando l’anagrafe ha suonato il giro dell’ultimo lustro prima della pensione, ecco l’illuminazione. Assiste ad uno spettacolo di Puppetry of the Penis, lo show inventato dall’australiano Simone Morley dove i due attori in scena contorcono i loro pisellini trasformandoli in oggetti, animali, e personaggi famosi.
Tim Patch rimane estasiato. Decide che anche il suo pene diventerà protagonista di qualcosa. E perché no della tanto amata arte pittorica? Eccolo allora calarsi le mutande e agli occhi di una gloriosa inquadratura di tre quarti dipingere il ritrattino di un cane carlino con il glande. Tim non ne fa mistero, anzi lo esibisce: dipingere col pene gli riesce comunque meglio di un Teomondo Scrofalo. Nel gennaio 2014 disegna, colora e regala 12 ritratti a 12 omini in 3 ore e 30 minuti. L’impresa descritta e sbandierata ai quattro venti sul suo sito web che sembra dimostrare chissà quale idea o record bizzarro non significa pressoché nulla. Eppure fa il giro del mondo. Le prenotazioni fioccano. Gli tocca il ritratto di Hugh Hefner con tanto di coniglietto di Playboy nero in calce alla tela. Oppure arriva il momento della panzuta e vecchiotta star del porno Ron Jeremy per il quale si affretta nel comporre un ritratto, anche se i più maligni dicono che Jeremy non abbia apprezzato molto l’opera, e abbia voluto fare qualche ritocco al dipinto a modo suo.
L’arte di Patch non ha colorazione politica: dipinge la regina Elisabetta, l’ex presidente Lula, Barack Obama e George W. Bush. Nel suo completino con cappello da cowboy, papillon, gilet e manicotti rosa Pricasso sembra irrefrenabile. Si rende disponibile per feste private, spettacoli nei club, eventi mondani dove, inondati di vaselina pene e chiappe, messa l’acqua al posto della calce per diluire le vernici, si esibisce in un nudo da 65enne ma con un invidiabile fisicaccio da 40enne. Per chi lo vuole avere in giardino a scorrazzare al compleanno della migliore amica è lui stesso a dire che “costa quanto uno spogliarellista”, mentre se volete un bel quadro firmato Pricasso sappiate che si va da 299 a 1000 dollari di compenso. Infine per chi vive nel Regno Unito ecco il ritorno di Tim nella sua natia Inghilterra, la prima volta dopo 30 anni: dal 13 al 19 novembre 2015 sarà al Sexpo 2015 di Londra, tra le formose Danni King e Lexi Lowe, e le masterclass del blowjob e della masturbazione.