Catturato a Terni, era latitante da cinque mesi. Insieme al fratello Emanuele era stato tra i protagonisti della faida dei giovani affiliati ai clan che gestivano il traffico di droga all'interno del rione
Pasquale Sibillo, boss ventiquattrenne di Forcella, è stato arrestato a Terni dopo cinque mesi di latitanza. A catturarlo, in un appartamento al centro della città umbra, sono stati gli agenti della Squadra mobile di Napoli e dello Sco, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia. Da giugno era destinatario di una ordinanza di custodia in carcere emessa su richiesta dei pm della Dda Henry John Woodcock, Francesco De Falco e del procuratore aggiunto Filippo Beatrice.
Ricercato per associazione mafiosa, omicidio, tentato omicidio e traffico di stupefacenti, Sibillo, è considerato il capo del clan del rione. Si era dato alla latitanza dopo la morte del fratello Emanuele, ucciso a diciannove anni in una sparatoria tra gruppi camorristici che coinvolse i Sibillo e le famiglie Del Prete e Baldassarre tradizionalmente legate al clan Mazzarella.
I fratelli Sibillo erano al centro della maxi operazione condotta a inizio giugno a Napoli contro la “camorra dei bimbi“, che aveva portato all’arresto di oltre 60 persone.
Dopo la cattura del boss il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, si è complimentato con gli agenti per quello che ha definito “un risultato straordinario raggiunto grazie alla grande capacità degli operatori della Polizia di Stato nell’attività di contrasto al crimine organizzato e al delicato lavoro dei magistrati”. Ai complimenti si è unito anche il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi che in un tweet ha ringraziato la Polizia e gli inquirenti.
Grazie alla Polizia e agli inquirenti per l’arresto di Lino Sibillo. L’Italia non è il paese degli impuniti #OrgoglioPaese
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 4 Novembre 2015