Il governo Renzi ha finalmente individuato l’ostacolo che impedisce la ripresa economica: le copertine di Fedez. Il ministero dello Sviluppo economico ha reputato la copertina del disco Pop-Hoolista “contraria all’ordine pubblico e al buon costume”. Non è quindi meritevole di tutela e tutti possono copiarla allegramente, poiché fuorilegge. Il ministero ha però specificato che Fedez può continuare a vendere il disco, perché non verrà ritirato dal mercato: è davvero immensa la magnanimità che alberga in questi governanti.
Lo staff del ministro Federica Guidi ha reputato un oltraggio all’ordine pubblico e al buon costume il combinato disposto “poliziotto a cavallo di pony bianco” più “Fedez che vomita l’arcobaleno”. Roba forte, anzi empia. Sommamente empia. “I contenuti del marchio, ed in particolare l’immagine di un poliziotto che sembra picchiare un personaggio che sta vomitando, sono sembrati all’Ufficio italiano dei marchi e dei brevetti come non rispondenti alla normativa che regola la tutela dei brand”.
Impossibile dargli torto: chi, guardando quella copertina, non prova un desiderio immediato di picchiare il primo che incontra (soprattutto se è Orfini) e invadere la Polonia? Poco importa se Fedez si sia lagnato: il comportamento del ministro è irreprensibile, nonché segno di saggezza smisurata. Così saggio da regalare altra pubblicità (e vendite) a un artista che il governo di cui fa parte mal tollera. Certo, in un rigurgito di pedanteria verrebbe da chiedersi come avrebbe reagito la Guidi se le fosse capitata tra le mani una copertina qualsiasi di Ozzy Osbourne o Marilyn Manson. O magari il bambino, e il pisellino, che nuotano liberi nella copertina di Nevermind dei Nirvana.
Come minimo si sarebbe rivolta all’Anticristo, o forse a Mario Adinolfi, che è sì meno credibile ma anche più facile da raggiungere. Verrebbe anche da chiedersi com’è che quello stesso ministero abbia precedentemente autorizzato loghi come “Il Duce”, “Acab” e “Vomito”. E verrebbe sempre da chiedersi a quale parossismo caricaturale siamo arrivati, se la liceità di una copertina dipende dalla sensibilità di un Ministero. Sarebbero però dubbi fuoriluogo, così come i piagnistei di Fedez (“A esser buoni ha il sapore dell’ottusità retrograda e a voler essere maliziosi puzza di censura”).
Il governo ha ragione: nell’era del dito più importante della Luna, è molto più grave un artista che vomita un arcobaleno di una politica che butta spesso nel cesso la morale. E con essa il buon senso.