Dal 30 novembre al 4 dicembre, gli avvocati penalisti si asterranno dalle udienze e da ogni attività giudiziaria. La protesta è stata indetta dall’Unione Camere Penali per “contrastare disegni di riforma volti, anche attraverso la limitazione delle impugnazioni, alla sostanziale vanificazione dell’istituto della prescrizione e la conseguente caduta dell’unico strumento capace di limitare la irragionevole durata dei processi”.
Oltre che “contrastare con assoluta determinazione la possibile estensione dello strumento del ‘processo a distanza‘ indistintamente a tutti i processi con detenuti e senza specifica motivazione, tramite la riforma dell’art. 146 bis att. c.p.p. attualmente all’esame del Parlamento”. E “intervenire al fine di evitare la spettacolarizzazione dei processi e l’alimentazione dei circuiti mediatici che finiscono per consegnare all’opinione pubblica giudizi preconfezionati, attraverso l’esibizione e la gogna degli arrestati e la diffusione dei materiali di indagine, prima ed al di fuori di qualsivoglia controllo processuale (Carminati, Bossetti, Anas)”.
Nella delibera dell’Unione Camere Penali è stata indetta anche una manifestazione nazionale a Roma, per il 2 dicembre. I penalisti sottolineano inoltre che “occorre segnalare al Governo la necessità di procedere ad una riforma organica del processo penale accelerando la razionalizzazione e la modulazione delle sanzioni e realizzando una vera, seria ed estesa depenalizzazione che consenta di riservare al dibattimento la dignità che gli spetta all’interno del ‘giusto processo’”.
Per l’Ucpi è va poi predisposta una “seria e radicale riforma del Csm”, con “nuove regole che limitino in maniera rigorosa il passaggio dalla magistratura alla politica, e dalla magistratura all’amministrazione”, operando un “profondo riassetto ordinamentale che preveda una separazione della carriera del giudice, da quella dei magistrati requirenti, quale inderogabile presupposto della sua Terzietà”.
Occorre infine “provvedere – fanno notare i penalisti – alla razionalizzazione ed alla nuova dislocazione di risorse al fine di rimediare con urgenza alle situazioni di collasso degli Uffici Giudiziari nei quali la mancanza dei minimi supporti organizzativi e materiali finisce con il costituire un gravissimo danno nei confronti di tutti i cittadini ed un inammissibile vulnus allo stesso diritto di difesa ed alla dignità della funzione difensiva”.