Lo ha detto il ministro della Salute ed esponente del Nuovo Centrodestra: "Se non si spiaggerà sul centrodestra, dem e Forza Italia potrebbero appoggiarlo". Un'indicazione già arrivata martedì da Angelino Alfano, leader di Ncd: "Risponde al prototipo di persona che non è iscritta ad un partito ma interpreta una comunità". L'ipotesi non piace a Giorgia Meloni, gradita alla Lega Nord, che punta alla candidatura alle Comunali sotto le insegne del Centrodestra
“Pd e Forza Italia potrebbero appoggiare Alfio Marchini. Sennò vince il M5S“. Parola di Beatrice Lorenzin. Un’indicazione che arriva da un ministro della Repubblica, nonché esponente di quel Nuovo Centrodestra che con il Partito Democratico forma la maggioranza di governo, e che si inserisce nel solco di quelle arrivate negli ultimi giorni da diverse direzioni sul nome del candidato della politica “tradizionale” in grado di impedire che il partito di Beppe Grillo vinca le comunali a Roma. Così le larghe intese tornano ad allungare la propria ombra sulle macerie del Campidoglio.
Lorenzin, dice lei stessa, non sarà della partita: “Nessuno mi ha candidato – ha detto l’esponente Ncd rispondendo a una domanda del Corriere.it – faccio la mamma di due gemelli e come ministro della Salute devo portare avanti il lavoro avviato”. L’idea è quella che dem e forzisti uniscano le forze per appoggiare Marchini, erede di una famiglia di costruttori da sempre vicina alla sinistra romana, in quella somiglia a una prova generale del Partito della Nazione che Matteo Renzi immagina come evoluzione del partito Democratico e futuro della sinistra italiana: “Se non si spiaggerà sul centrodestra come candidato marchiato, Pd e Forza Italia potrebbero appoggiarlo. Una strada percorribile, se si riesce però a fare un azzeramento delle classi politiche che hanno governato questa città. Anche per non rischiare una deriva M5S”.
Anche perché a livello nazionale il movimento di Beppe Grillo guadagna terreno. Secondo due diversi sondaggi realizzati da Euromedia e Emg, il Pd è ancora il primo partito, ma in un eventuale ballottaggio la spunterebbero i grillini in virtù di un possibile “effetto Parma“ (o anche “effetto Livorno”): i dem che arrivano al secondo turno al ballottaggio con un ampio distacco e poi vengono sconfitti grazie alle preferenze aggiuntive che il candidato M5s raccoglie da altri flussi di voto.
Un’indicazione precisa, quella su Marchini, già arrivata martedì dai vertici del partito. “Marchini? Risponde al prototipo di persona che non è iscritta ad un partito ma interpreta una comunità”, spiegava Angelino Alfano, leader di Ncd e ministro dell’Interno, in una intervista a Ballarò parlando del possibile candidato per la Capitale. “Ci vedremo e ne parleremo – aggiungeva – credo che parlando con lui si potrà trovare una buona soluzione”.
L’ipotesi Marchini non piace a Giorgia Meloni, che nella candidatura per la corsa al Campidoglio sotto le insegne del Centrodestra spera, eccome. “Non condivido le parole di Berlusconi a sostegno di Marchini e l’ho detto – ha spiegato la leader di Fratelli d’Italia a parlando a Montecitorio dopo la presentazione del Comitato nazionale Terra Nostra – Italiani con Giorgia Meloni – mi sembra che il presidente Berlusconi abbia fatto saggiamente un passo indietro. Noi vogliamo che si faccia subito un tavolo dove sedersi tutti insieme per condividere innanzitutto i programmi e poi parlare di candidati”.
Qualche giorno prima Silvio Berlusconi aveva avuto parole nette. “Il nostro candidato a Roma sarà Alfio Marchini – aveva detto il Cavaliere il 31 ottobre in un’intervista a La Repubblica – lui comunque si candida, proporre un nostro nome alternativo porterebbe a una sconfitta certa. Anche a Milano abbiamo individuato una figura fuori dalla politica, di alto profilo, l’ho proposta a Salvini e mi sembra d’accordo. Lo presenteremo a giorni”. Invece dopo qualche ora era arrivato il niet della Meloni: “Noi di Fdi, che ricordo essere accreditato come primo partito della coalizione nella capitale, non siamo in alcun modo disponibili a sostenere a Roma la candidatura di chi come Alfio Marchini, ha partecipato alle primarie del Pd, come abbiamo spiegato a Berlusconi più volte”, ha spiegato l’ex ministro delle Politiche giovanili.
Che può contare sul gradimento della Lega Nord. Se Matteo Salvini, intervistato da Il Tempo, ha fatto sapere di non aver “mai detto né sì né no su alcun candidato”, Gian Marco Centinaio, capogruppo al Senato della Lega Nord, è più netto: “Tra Meloni e Marchini… Meloni è più vicina al nostro modo di pensare”.