Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha cercato di ridimensionare l'eco mediatica successiva all'arrivo nelle librerie di Via Crucis di Nuzzi e Avarizia di Fittipaldi, sottolineando che le carte in essi riportate si riferiscono "a una fase del lavoro ormai superata": "La strada della buona amministrazione, della correttezza e della trasparenza continua e procede senza incertezze. E il Papa è sereno"
“La strada della buona amministrazione, della correttezza e della trasparenza continua e procede senza incertezze. È questa evidentemente la volontà del Papa e non manca certo in Vaticano chi vi collabora con piena lealtà e con tutte le sue forze”. È il commento del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ai dati che emergono dai libri di Emiliano Fittipaldi, Avarizia, e di Gianluigi Nuzzi, Via crucis. Per il portavoce vaticano “una pubblicazione alla rinfusa di una grande quantità di informazioni differenti, in gran parte legate a una fase del lavoro ormai superata, senza la necessaria possibilità di approfondimento e valutazione obiettiva raggiunge invece il risultato, purtroppo in buona parte voluto, di creare l’impressione contraria, di un regno permanente della confusione, della non trasparenza se non addirittura del perseguimento di interessi particolari o scorretti”. Per padre Lombardi “ciò non rende in alcun modo ragione al coraggio e all’impegno con cui il Papa e i suoi collaboratori hanno affrontato e continuano ad affrontare la sfida di un miglioramento dell’uso dei beni temporali al servizio di quelli spirituali. Questo invece è ciò che andrebbe maggiormente apprezzato e incoraggiato in un corretto lavoro di informazione per rispondere adeguatamente alle attese del pubblico e alle esigenze della verità”.
Il portavoce della Santa Sede ha anche dichiarato che non c’è “nessun altro indagato oltre monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, ma che la magistratura vaticana ha avviato le indagini relative a operazioni di compravendita di titoli e transazioni riconducibili al signor Giampietro Nattino”. Padre Lombardi ha aggiunto che “Papa Francesco è sereno. Le notizie sull’inchiesta ovviamente non sono fonte di gioia, ma con la sua esperienza comprende che ci siano difficoltà nella vita. Il Papa sa benissimo cosa fare. Sa quale è la sua missione”. Il portavoce vaticano ha anche precisato, sull’inchiesta che coinvolge Nattino, presidente di Banca Finnat, che “l’Ufficio del Promotore di giustizia ha chiesto la collaborazione dell’Autorità giudiziaria italiana e svizzera mediante lettere rogatorie inoltrate per vie diplomatiche il 7 agosto 2015”.
Dall’inchiesta, denominata “Portfolio 339” e pubblicata dalla Reuters, la Santa Sede potrebbe essere implicata in pesanti accuse di riciclaggio di denaro, insider trading e manipolazione del mercato. L’agenzia di stampa internazionale, infatti, scrive di aver visionato un rapporto che riguarda un dipartimento del Vaticano che in passato, tra il 2000 e il 2011, sarebbe stato utilizzato come “scatola per il riciclaggio”. Al centro dell’inchiesta ci sarebbe l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, di cui era capocontabile monsignor Nunzio Scarano, e in particolare la divisione che gestisce il portafoglio finanziario e le azioni del Vaticano. Su questa ala della Amministrazione vaticana si concentrerebbero le 33 pagine del rapporto degli inquirenti in cui vengono evidenziati i business “estranei” al Vaticano attraverso la complicità del personale Apsa, “in violazione dei propri regolamenti”.
Già nel 2014 era stato proprio monsignor Scarano, arrestato e da poco tornato in libertà, a raccontare agli inquirenti “i sistemi” della Finnat. Il prelato aveva accusato Nattino, proprietario della banca a conduzione familiare, di avere effettuato con la complicità dei dirigenti Apsa una operazione di riciclaggio e manipolazione del mercato. “Nattino – dichiarò all’epoca Scarano – avrà fatto passare il titolo Finnat sul mercato, lo avrà fatto poi riacquistare tramite Apsa. Esistono tanti altri conti cifrati dentro una bella cassaforte con i documenti. Quei documenti dovranno andare nelle mani del Papa”. Ora la Reuters racconta che gli investigatori vaticani vogliono vederci chiaro sui conti utilizzati per traffici personali sul mercato azionario italiano e su 2 milioni di euro trasferiti in Svizzera poco prima delle severe leggi anti riciclaggio introdotte dalla Santa Sede. In particolare, ad attirare l’attenzione degli inquirenti, c’è il “portfolio 339” dell’Apsa. Quattro conti separati in uso a Nattino e che il rapporto indica come di “dubbia provenienza e la destinazione finale dei fondi nella chiusura del portafoglio 339 è dubbia”. Gli investigatori avrebbero chiesto a un pm milanese, che aveva già aperto un’indagine, sul caso di esaminare il possibile riciclaggio di denaro, insider trading e manipolazione del mercato relativi ai conti di Nattino ed eventuali corresponsabilità del personale Apsa.
Intanto, dopo che nei libri di Fittipaldi e Nuzzi è emerso che i lavori di ristrutturazione del superattico del cardinale Tarcisio Bertone sarebbero stati pagati, per un totale di 200mila euro, dalla Fondazione Bambino Gesù, il Segretario di Stato Pietro Parolin ha provveduto immediatamente a rinnovare completamente i consiglieri, lo statuto e la mission dell’organismo. I nuovi consiglieri sono sette compresa la presidentessa Mariella Enoc: Pietro Brunetti, Ferruccio De Bortoli, Maria Bianca Farina, Caterina Sansone, Anna Maria Tarantola e Antonio Zanardi Landi. Un scelta, precisa la Enoc, per voltare “decisamente pagina rispetto al passato”.
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