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A Toys Orchestra, “Wake me up” è il nuovo singolo della band contro la violenza sulle donne: ecco il video in esclusiva

“È come se fosse splittato in due realtà differenti, una è quella idilliaca della storia d'amore e l'altra è quella di un incubo. Però non è mai palese quale delle due realtà sia quella vera", ha raccontato il cantante a FQ Magazine

di Giuseppe Pagano

La violenza sulle donne è un fenomeno dalle proporzioni assai vaste in Italia. Secondo l’ISTAT, un terzo della popolazione femminile del nostro Paese ha subìto violenza fisica, sessuale o psicologica: una questione non tanto di “genere” quanto culturale, su cui la musica spesso si sofferma denunciando, raccontando, sussurrando.

A schierarsi contro questa piaga arrivano, adesso, anche gli A Toys Orchestra, band tra le più in vista della scena indipendente italiana. A poco più di un anno dalla pubblicazione dell’LP “Butterfly Effect” (Ala Bianca/Urtovox), la formazione originaria di Agropoli esce ora con il videoclip del singolo “Wake me up”, anticipando di qualche settimana la data del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Il video – presentato oggi in esclusiva su FQ Magazine – adopera una suggestiva narrazione su due registri, con immagini che evocano la realtà meno visibile, e statisticamente meno quantificabile, delle violenze domestiche.

La regia è di Marco Missano, che torna nuovamente al fianco della band dopo un video già firmato nel 2011. “Avevo già collaborato con Marco per il videoclip di “Welcome to Babylon” – racconta il frontman Enzo Moretto – Il suo lavoro è incredibile, perché riesce a tirar fuori tutte le sfumature della scrittura degli A Toys Orchestra. Quindi la volontà era di lavorare ancora una volta insieme per un videoclip, e cercare di fare ancora una volta qualcosa di molto profondo e molto intenso”.

È stato proprio il regista a scegliere “Wake me up” come pezzo su cui realizzare il video. “Essendo amici di vecchia data, tutto è avvenuto attraverso scambi di idee – racconta il cantante – Ma l’idea originaria di inserire l’accezione legata alla violenza sulle donne è nata dalla mente del regista”.

I testi degli A Toys Orchestra si prestano a molteplici interpretazioni, come se fossero opere aperte a cui l’ascoltatore conferisce il significato ultimo. “Non riesco e non voglio dare una spiegazione razionale ai testi. Preferisco che ci sia un potenziale onirico in cui chiunque può vederci quello che vuole – spiega Moretto – Ma mi è piaciuto che Marco abbia visto proprio questa suggestione tra le mie parole”.

Le scelte registiche, insieme al plot del video, rispecchiano l’apertura del testo. Il cantante della band le riassume così: “È come se fosse splittato in due realtà differenti, una è quella idilliaca della storia d’amore e l’altra è quella di un incubo. Però non è mai palese quale delle due realtà sia quella vera. Questo gioco di split mi è piaciuto ancora di più del dover rendere tutto palese e didascalico. Ho rispettato il concetto, ma senza ledere comunque il lato artistico”.

La narrazione di violenze contro le donne è un filo rosso che corre in moltissime canzoni, da Nina Simone a Nick Cave, e trova numerosi esempi anche in Italia. Tra le canzoni più recenti basta citare “La signora del quinto piano” di Carmen Consoli. Gli A Toys Orchestra si aggiungono alla nutrita schiera di artisti che combattono questo fenomeno in campo culturale. “Si tratta di una tematica che inevitabilmente sta a cuore a chi si occupa di arte, perché l’arte ha una stretta relazione con l’umanità – commenta il frontman – Sicuramente sentiamo questo problema in modo forte”.

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