La versione fornita dai servizi segreti Usa (“C’è definitivamente la sensazione che si sia trattato di un dispositivo esplosivo piazzato in un bagaglio o da qualche altra parte nell’aereo”) sul disastro dell’Airbus A321 della Metrojet partito da Sharm el-Sheikh ed esploso nei cieli del Sinai sta dispiegando i suoi effetti. Mentre il governo inglese sottoscrive l’ipotesi dell’attentato, diverse compagnie aeree sospendono i voli sulla località turistica del Mar Rosso.
La sospensione dei voli riguarda tutte le compagnie britanniche, compresa dunque la rotta da e per Milano di EasyJet che non volerà per il Mar Rosso fino al 12 novembre: circa 180 persone che dovevano atterrare stasera a Malpensa sono rimaste a Sharm, almeno fino a domani. La British Airways e i low cost Monarch e Easyjet hanno infatti annunciato in serata che domani ripartiranno voli da Sharm, ma solo per rimpatriare i turisti, compresi quelli diretti a Milano, con solo bagaglio a mano. A chi invece doveva partire per una vacanza nel Sinai è stato proposto il rimborso del biglietto oppure di rinviare il viaggio o di cambiare la destinazione.
I “voli italiani” e i charter dall’Italia non sono stati finora sospesi, precisano sia l’agenzia egiziana Mena che la Farnesina, che invita tuttavia a “tenersi informati attraverso i tour operator”. L’Enac ha intanto disposto che le compagnie nazionali con voli in partenza da Sharm aumentino i controlli di sicurezza. La decisione di Londra è però stata seguita anche dalla Lufthansa, che ha lasciato a terra gli aerei diretti a Sharm delle sue controllate, Germanwings e Edelweiss. La Francia sconsiglia i propri cittadini di recarsi nella località turistica, mentre la Casa Bianca non esclude che il disastro sia dovuto al terrorismo.
Ho “tutta la comprensione”, ha detto Cameron, per le preoccupazioni dell’Egitto (dove si teme che l’allarme terrorismo colpisca di nuovo il vitale flusso turistico verso il Mar Rosso), ma ha notato che “la sicurezza dei cittadini britannici viene prima”. Ha inoltre invitato le autorità egiziane – sulla base delle prime verifiche già condotte in loco da esperti britannici – a rafforzare i controlli allo scalo di Sharm. La questione, secondo la Bbc, non potrà non essere affrontata nell’ormai imminente incontro a Londra fra lo stesso premier e il presidente egiziano, Abedel Fattah al Sisi. Intanto si cercano soluzioni per i 20.000 turisti britannici rimasti bloccati a causa dello stop ai voli. La British Airways si è impegnata a pagare l’albergo ai propri passeggeri.
Le partenze programmate per oggi dalla compagnia low cost verso la località turistica erano quattro: uno da Londra, uno da Manchester e uno dall’aeroporto della Malpensa. E i passeggeri? Bloccati nella penisola del Sinai, almeno per il momento, come conferma implicitamente il comunicato della compagnia, che mette a disposizione (come prevedono le norme) camere d’albergo e prolungamento dei soggiorni per i turisti.
A distanza di ore dallo stop dei primi voli, arriva una prima reazione di Mosca. “Se esistono dei dati reali di questo attacco speriamo che chi li possiede li fornisca per il bene delle indagini”, ha fatto sapere il portavoce de Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che qualsiasi dichiarazione rilasciata prima di conoscere i risultati definiti dell’indagine sono “informazioni non verificate o speculazioni“. Peskov ha ribadito la posizione russa di non escludere qualsiasi teoria sulla causa del disastro ma ha sottolineato la necessità di attendere gli esiti dell’indagine: “Al momento non vi è alcuna base per avallare una di queste teorie”.
Il presidente della Commissione affari internazionali del Senato russo, Konstantin Kosaciov, intravede motivi politici dietro la decisione di Londra. “C’è una resistenza geopolitica alle azioni russe in Siria – ha dichiarato Kosaciov – e io penso che nel mondo sono molti quelli che vorrebbero attribuire questa catastrofe in anticipo, senza che ce ne siano i presupposti necessari, alla reazione dei jihadisti alla Russia”. In serata anche la Casa Bianca ha consegnato alle agenzie un virgolettato sulla questione, tornando a parlare di ipotesi terroristica: “Non possiamo escludere nessuna ipotesi compresa quella del terrorismo“, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest.
Anche l’Ucraina ha deciso di sospendere “in via precauzionale” tutti i voli verso il Sinai. Lo riferisce l’agenzia di stampa statale di Kiev. In precedenza il ministero dell’aviazione civile egiziano aveva detto che nella giornata di oggi erano attesti otto volo verso Sharm el-Sheikh. L’Ucraina è una delle principali fonti di turisti per Sharm e secondo il Wall Street Journal, si tratta di un’altra grave battuta d’arresto per la località egiziana.