Secondo indiscrezioni raccolte da Automotive News Europe fra i fornitori, tutti i lanci commerciali sono in ritardo. Marchionne l'aveva annunciato pochi giorni fa agli investitori: il piano va rivisto perché il mercato cinese rallenta. Ma gli analisti pensano che gli obiettivi siano comunque troppo ambiziosi
FCA non riuscirà a rispettare la tabella di marcia per il marchio Alfa Romeo, fissata nell’ultimo piano industriale, quello ambiziosissimo del 2014. Secondo Automotive News Europe, che cita fonti interne ai fornitori, i prossimi prodotti sono tutti in ritardo: la Giulia nella versione sportiva Quadrifoglio (nella foto) andrà in vendita in Europa con sei mesi di ritardo, cioè non a fine 2015 ma a metà 2016. La versione “normale” della Giulia arriverà a fine 2016 invece che il prossimo marzo, e l’attesissima Suv media, costruita sulla medesima base della Giulia, accumulerà addirittura 9 mesi di ritardo, cioè andrà in vendita a inizio 2017. La commercializzazione negli Stati Uniti slitterà di conseguenza, visto che la produzione Alfa Romeo è tutta centralizzata in Italia: le vendite oltreoceano dovrebbero iniziare 3-6 mesi dopo quelle europee.
La Casa ha rifiutato di commentare le indiscrezioni rilasciate dai fornitori, che essendo direttamente interessati al processo di assemblaggio sono generalmente ben informati. L’amministratore delegato di FCA, Sergio Marchionne, aveva annunciato il 28 ottobre, alla presentazione della trimestrale, che l’azienda stava riesaminando il piano di espansione globale dell’Alfa Romeo a causa del rallentamento del mercato cinese e delle importazioni di veicoli di lusso dall’occidente, ma aveva confermato gli investimenti da 5 miliardi di euro e l’intenzione di portare le vendite a 400.000 unità annue grazie a otto modelli; però aveva detto anche che l’investimento sarà completato nel 2019 o 2020 e non nel 2018 come annunciato precedentemente. Marchionne aveva aggiunto che nei prossimi mesi FCA lavorerà per rivedere il business plan ed eventualmente cambiare l’ordine d’arrivo dei prodotti: il piano rivisto sarà annunciato a gennaio.
Secondo gli analisti di IHS Automotive, interpellati da Automotive News Europe, l’Alfa Romeo è lontana dall’obiettivo di vendere 400.000 unità l’anno partendo dalle 68.000 del 2014: prevedono 230.000 unità nel 2018. Di queste, circa 50.000 saranno Giulia e 23.000 Suv. Altri analisti, riporta il sito specializzato, mettono in dubbio il motivo per cui l’Alfa Romeo deve rivedere i suoi piani. Secondo Max Warburton della Bernstein, dietro ai ripensamenti di Marchionne non c’è il rallentamento del mercato cinese ma il calo delle vendite Maserati, che sono scese globalmente del 22% nel terzo trimestre. Il lancio della Maserati avrebbe dovuto trainare le vendite dell’Alfa, ma anche il tridente paga la mancanza di prodotti freschi.
Per affermare Alfa Romeo come marchio sportivo di lusso, Marchionne deve affrontare anche la diffidenza del mercato e l’insolenza dei concorrenti. “Chi è Alfa Romeo?”, ha scherzato l’amministratore delegato dell’Audi Rupert Stadler al Salone di Francoforte (prima dello scandalo dei diesel Volkswagen), precisando che bisogna stabilire i confini della competizione, e alludendo al fatto che i concorrenti, per Ingolstadt, sono solo Mercedes e BMW. In effetti, anche secondo le previsioni di IHS le vendite della Giulia nel 2018 (22.000) non saranno paragonabili a quelle delle avversarie Mercedes Classe C (150.000), Audi A4 (120.000) e BMW Serie 3 (92.000).