I banchieri romani accusati di riciclaggio sono gli stessi che gestiscono Fip, il fondo di investimento in immobili pubblici al centro delle indagini sul crac Sopaf che vede indagato il presidente della cassa dei giornalisti. E sono anche gli stessi che hanno vinto la gara per gestire il fondo immobiliare Giovanni Amendola creato a gennaio 2014 dall'Inpgi da tempo al centro di contestazioni e richieste di chiarimento
L’Apsa non è l’unica grana con cui la famiglia Nattino dovrà confrontarsi. I guai in Vaticano hanno infatti riportato alla ribalta anche i rapporti dei banchieri romani con l’Istituto nazionale di previdenza giornalisti (Inpgi) e con il presidente dell’ente, Andrea Camporese, per il quale la procura di Milano ha recentemente chiesto il rinvio a giudizio per corruzione e truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta sulla bancarotta di Sopaf. E non potrebbe, del resto, essere altrimenti visto gli intrecci e gli interessi da tempo in comune. Sono, ad esempio, i Nattino che, attraverso la società InvestiRe sgr, gestiscono Fip, il primo fondo di investimento in immobili pubblici, al centro delle indagini sul crac Sopaf e della truffa alle casse di Inpgi ed Enpam. E sono sempre loro che, con la stessa società, hanno anche vinto la gara per gestire il fondo immobiliare Giovanni Amendola creato a gennaio 2014 dall’Inpgi e da tempo al centro di contestazioni e richieste di chiarimento.
“Alla luce di quanto accaduto nelle ultime ore in Vaticano, riteniamo importante fare chiarezza sulla gestione dell’istituto e sui rapporti con la Investire immobiliare sia per quanto concerne la gara di assegnazione, sia per quanto riguarda la valutazione degli immobili confluiti nel fondo”, precisa Pierangelo Maurizio, consigliere Federazione nazionale stampa italiana e promotore della petizione “Salviamo l’Inpgi” che ha già raccolto oltre 400 firme. Nel giro di un paio di settimane, il gruppo di giornalisti di “Salviamo l’Ingpi” ha intenzione di presentare un esposto alle Procure di Milano e di Roma per chiedere chiarimenti sul Fondo Amendola. Nel dettaglio, l’obiettivo della denuncia è acquisire informazioni sull’atto costitutivo e sulle valutazioni degli immobili conferiti come, del resto, richiesto anche dall’esposto depositato il 27 ottobre dal giornalista de Il Sole 24 Ore Nicola Borzi alle procure di Roma e Milano.
Nel documento Borzi domanda ai magistrati di chiarire “perché, a dispetto della normativa nazionale in materia di trasparenza e della prassi seguita da altre Casse previdenziali, Inpgi e InvestiRE Sgr non pubblicano i bilanci, i documenti e gli atti relativi agli immobili apportati, alla loro valutazione, alla selezione dei periti valutatori e le perizie di stima redatte da terzi indipendenti? Perché, a dispetto della normativa sull’accesso agli atti, Inpgi e InvestiRE Sgr non forniscono le informazioni richieste agli iscritti Inpgi?”. Si tratta di interrogativi di non poco conto dal momento che le rivalutazioni hanno permesso all’Inpgi di chiudere in positivo i bilanci degli ultimi anni, nonostante un grave squilibrio della gestione previdenziale. Senza tuttavia mettere al riparo i conti della cassa previdenziale che è al centro di una riforma che la Corte dei Conti ha già bollato come “tardiva e inutile”.