Nel parere sulla manovra i senatori scrivono che la riduzione dei finanziamenti alle Regioni, unita alla nuova normativa sugli orari di lavoro del personale ospedaliero e al blocco del turnover, avrà "effetti negativi per la qualità e la sicurezza delle prestazioni"
I tagli della spesa per il personale, uniti alla nuova normativa sugli orari di lavoro dei medici ospedalieri, avranno “effetti negativi per la qualità e la sicurezza delle prestazioni” sanitarie. A lanciare l’avvertimento è la commissione Sanità del Senato, nel suo parere sul disegno di legge di Stabilità. In cui chiede all’esecutivo di “riconsiderare” il finanziamento aggiuntivo del fondo sanitario, la cui dotazione l’anno prossimo salirà di 2,1 miliardi rispetto al previsto: “Al netto della quota vincolata dei nuovi Lea (i Livelli essenziali di assistenza, per il cui aggiornamento servono 800 milioni, ndr), è meritevole di una riconsiderazione alla luce di alcuni determinanti che incidono non solo sui costi ma che hanno anche un altissimo impatto tecnico-scientifico, sociale e civile, coinvolgendo valori e principi di equità, solidarietà e universalismo posti alla base del Servizio sanitario nazionale”, scrivono i senatori. “Il Piano nazionale vaccini amplia condizioni protette e quindi fasce di utenti determinando un’oggettiva dilatazione della spesa, di entità tale da non poter essere ragionevolmente imputata né al finanziamento dei nuovi Lea né alla spesa già contenuta nel finanziamento indistinto del Servizio sanitario nazionale”.
Nel parere si legge poi che la “correzione” delle riduzioni dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni per il sistema sanitario “dovrebbe costituire una priorità nell’agenda del governo nella predisposizione della prossima legge di Stabilità”. Anche perché, dopo “la riduzione di 1,783 miliardi operata sul tendenziale finanziamento del Servizio sanitario nazionale” nel 2016, che porta il Fondo sanitario a 111 miliardi pari al 6,6% del Pil, per il biennio successivo è previsto un concorso delle Regioni all’equilibrio di finanza pubblica pari a 3,9 miliardi per il 2017 e a 5,4 miliardi per il 2018. “Ciò che prefigura, nella migliore delle ipotesi, una sostanziale invarianza del Fondo che, anche solo per gli effetti dell’auspicata crescita del pil, porterebbe tale quota intorno al 6,4 per cento. Ovvero tra gli ultimi posti dell’Ue 2015“.
A peggiorare la situazione c’è il fatto che, mentre la spesa per il personale resta congelata (“rapportata a quella storica riferita al 2004 è calata dell’1,4%”, nota la commissione) a fine mese entra in vigore la direttiva europea sui turni brevi e i riposi obbligatori del personale ospedaliero. Una novità che “riduce quella flessibilità di utilizzo del personale, spesso sconfinata in eccessi, che fino ad oggi ha reso possibile assicurare i livelli di assistenza, soprattutto nei servizi H24, anche ricorrendo a rapporti di lavoro atipici. Pertanto garantire il turnover del personale senza limiti, compresi quelli di spesa per le attività connesse ai servizi H24, è una priorità da considerare nell’assetto normativo della legge di Stabilità”.
La commissione, infine, giudica “apprezzabile” lo sforzo di rifinanziamento dei contratti di formazione specialistica, che garantisce l’accesso e il mantenimento di 6mila contratti l’anno, ma “non appare comunque adeguato in una prospettiva di medio periodo. Inoltre, si auspicano interventi per i contratti di formazione specifica in medicina generale”.