Dopo il Gp di Malesia, c’ero cascato anch’io. Il filmato non lasciava adito a dubbi. Valentino porta fuori traiettoria Marquez… Valentino allarga la gamba… Marquez cade… Se ad A segue B, A è causa di B! “Cos’ha combinato! Hai visto? Gli è girato il birillo! È la fine di un mito!”.
Valentino, eterno ragazzo alla Jovanotti che sfida e vince l’età. Con la sua faccia pulita e la sua simpatia, freschezza, sorriso, leggerezza, audacia, umanità (non privo di qualche magagna privata, perdonata). In questi anni, grazie ai sorpassi audaci e alla positività che trasmette, è diventato, per molti, più di un Campione del Mondo. Un eroe pindarico. Un sogno televisivo senza tempo né spazio. Un testimone esistenziale della bellezza della vita. In tal modo Valentino ha fatto più di chiunque per trasformare uno sport minore, il motociclismo, in uno show business globale in grado di competere con la Formula 1: Marquez e Lorenzo guadagnano quel che guadagnano, in parte, anche grazie a lui. È tutto questo che rischia di avvizzire.
Poi sono comparsi altri filmati. Soprattutto di origine spagnola. Quello sulle dieci scorrettezze di Marquez, contro Valentino, prima della sua caduta. Quello dell’intervista a Nieto, spagnolo e già campione mondiale. Quello in cui si vede che Marquez tocca Valentino prima che questi allarghi la gamba. Allora il quadro è cambiato radicalmente. Valentino, è vero, alla fine ha aspettato Marquez, e lo ha portato fuori traiettoria: e per questo è stato punito. Ma gli ha lasciato molto spazio: non è stata quindi una manovra che mirava a farlo cadere o a rallentarlo, ma a incrociare il suo sguardo per dirgli: “che fai, la smetti?”. Marquez a quel punto accelera, gli si poggia addosso e, purtroppo, cade. Valentino non aveva alcun interesse a fare bagarre con Marquez: stava combattendo una battaglia sportiva ben più importante, quella con Lorenzo per il Mondiale. Aveva segnalato ad ampi gesti due volte le scorrettezze assolutamente gratuite di Marquez. Anche questo ha contribuito a porre nella giusta luce l’episodio finale. Perciò il mito di Vale inizialmente ha vacillato ma non è caduto, ed è ancora salvabile.
Se poi Vale rimonterà dall’ultimo posto e vincerà anche il Mondiale, come Tazio Nuvolari nella canzone di Lucio Dalla, festeggeremo insieme: da tifosi e da sportivi. A questo proposito, dato il quadro nuovo emerso in questi giorni sarebbe bello, come una favola, se i piloti davanti a Rossi si facessero apertamente da parte nel primo giro, in modo da lasciar passare Rossi. Genererebbero un evento sportivo memorabile per secoli. Dimostrerebbero di aver capito che il sogno è più importante della loro gara personale. Sogno che va oltre lo stesso Valentino: ed è lo spirito che ha animato Rossi per quindici anni, non Rossi. Magari Lorenzo poi vincerebbe lo stesso, perché è più bravo o fortunato (e non per una questione dai contorni assai dubbi); e tutti si stringerebbero la mano, e chiuderebbero i rancori, e la moto Gp tornerebbe a essere lieve. Ma le favole molto raramente succedono.
E dunque, se tutto va come ‘deve’ andare, domani Rossi perderà il Mondiale. Mi auguro e gli auguro che riesca a salvare il nostro sogno di pulizia e lealtà, di tenacia e umanità che ha incarnato per anni; e con esso il suo mito. Abbiamo bisogno di sogni, per ricordarci a cosa anela la nostra natura, e in che direzione cercare la felicità.