“Se un credente parla della povertà o dei senzatetto e conduce una vita da faraone: questo non si può fare. Questa è la prima tentazione”. È il monito che Papa Francesco ha rivolto in un’intervista a un giornale olandese di strada, Straatnieuws. Le parole di Bergoglio rispondono anche alle critiche sul lusso in cui vivono cardinali e vescovi nei sacri palazzi e al caso corruzione e scandali finanziari all’interno della Santa Sede che sono emersi con Vatileaks 2, anche se l’intervista è stata registrata il 27 ottobre 2015, ovvero prima dell’arresto dei presunti “corvi”, monsignor Angel Lucio Vallejo Balda e Francesca Chaoqui e della pubblicazione dei libri di Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi. Nei due volumi, infatti, vengono riportati tra l’altro i metri quadri delle lussuose abitazioni vaticane dei cardinali.
Per Francesco c’è un’altra tentazione ed è quella “di fare accordi con i governi. Si possono fare accordi, ma devono essere chiari, trasparenti. Per esempio: noi gestiamo questo palazzo, ma i conti sono tutti controllati, per evitare la corruzione. Perché c’è sempre la tentazione della corruzione nella vita pubblica. Sia politica, sia religiosa. Io ricordo che una volta con molto dolore ho visto, quando l’Argentina sotto il regime dei militari è entrata in guerra con la Gran Bretagna per le Isole Malvine, che la gente dava delle cose, e ho visto che tante persone, anche cattolici, che erano incaricati di distribuirle, le portavano a casa”. Bergoglio ha sottolineato che “c’è sempre il pericolo della corruzione. Una volta ho fatto una domanda a un ministro dell’Argentina, un uomo onesto. Uno che ha lasciato l’incarico perché non poteva andare d’accordo con alcune cose un po’oscure. Gli ho fatto la domanda: quando voi inviate aiuti, sia pasti, siano vestiti, siano soldi, ai poveri e agli indigenti: di quello che inviate, quanto arriva là, sia in denaro sia in spesa? Mi ha detto: il 35 per cento. Significa che il 65 per cento si perde. È la corruzione: un pezzo per me, un altro pezzo per me”.
Nell’intervista al giornale olandese il Papa affronta anche il tema delle immense ricchezze del Vaticano. Francesco afferma che “se facciamo un catalogo dei beni della Chiesa, si pensa: la Chiesa è molto ricca. Ma quando è stato fatto il Concordato con l’Italia nel 1929 sulla Questione romana, il governo italiano di quel tempo ha offerto alla Chiesa un grande parco a Roma. Il Papa di allora, Pio XI, ha detto: no, vorrei soltanto un mezzo chilometro quadrato per garantire la indipendenza della Chiesa. Questo principio vale ancora. Sì, i beni immobili della Chiesa sono molti, ma li usiamo per mantenere le strutture della Chiesa e per mantenere tante opere che si fanno nei paesi bisognosi: ospedali, scuole. Ieri, per esempio, ho chiesto di inviare in Congo 50mila euro per costruire tre scuole in paesi poveri, l’educazione è una cosa importante per bambini. Sono andato all’amministrazione competente, ho fatto questa richiesta e i soldi sono stati inviati”.
Bergoglio sottolinea anche che “non ci sono tesori della Chiesa, ma sono tesori dell’umanità. Per esempio, se io domani dico che la Pietà di Michelangelo venga messa all’asta, non si può fare, perché non è proprietà della Chiesa. Sta in una chiesa, ma è dell’umanità. Questo vale per tutti i tesori della Chiesa. Ma abbiamo cominciato a vendere dei regali e altre cose che mi vengono date. E i proventi della vendita vanno a monsignor Krajewski, che è il mio elemosiniere. E poi c’è la lotteria. C’erano delle macchine che sono tutte vendute o date via con una lotteria e il ricavato è usato per i poveri. Ma ci sono cose che si possono vendere e queste si vendono”.
Il Papa, infine, confessa: “Io vorrei un mondo senza poveri. Noi dovremmo lottare per questo. Ma io sono un credente e so che il peccato è sempre dentro di noi. E la cupidigia umana c’è sempre, la mancanza di solidarietà, l’egoismo che crea i poveri. Per questo mi sembra un po’ difficile immaginare un mondo senza poveri. Se lei pensa ai bambini sfruttati per lavoro schiavo, o ai bambini sfruttati per abuso sessuale. E un’altra forma di sfruttamento: uccidere bambini per togliere gli organi, il traffico di organi. Uccidere i bambini per togliere gli organi è cupidigia. Per questo non so se lo faremo questo mondo senza poveri, perché il peccato c’è sempre e ci porta l’egoismo. Ma dobbiamo lottare sempre”.
Twitter: @FrancescoGrana