“Il Pd è irrecuperabile, è doloroso ammetterlo ma Bersani ne prenda atto, si illude a pensare che il Pd di Renzi è ancora in bilico ma ha già abbandonato il centro-sinistra”. Afferma Stefano Fassina, parlamentare ex dem, al teatro Quirino di Roma dove si è battezzata la nuova creatura politica ‘Sinistra italiana‘. “Consiglio di venire a vedere qui quanti democratici ci sono che hanno lasciato il partito prima di noi” aggiunge. Per adesso gli ex dem e Sel costituiranno un nuovo gruppo parlamentare, ma l’obiettivo sono le amministrative. “Saremo alternativi dovunque ci saranno candidature succubi della logica renziana, da Torino a Roma. La fase di Marino è chiusa, si è chiusa in modo traumatico per colpa del Pd, ma penso sia un’esperienza finita” spiega l’ex viceministro che sulla sua possibile candidatura a sindaco nella Capitale rimane sul vago. “Dopo il Ponte sullo Stretto mancano soltanto le olgettine, è abbiamo una perfetta copia di Berlusconi” afferma ironico l’europarlamentare Curzio Maltese. “E’ un berlusclone, sembra un scherzo della storia” gli fa eco il deputato Arturo Scotto (Sel). Eppure già dalla partenza gli ex dissidenti dem non sono uniti, Pippo Civati non partecipa. “Saremo convergenti nelle prossime tappe, vedrete, chi è contro l’idea di un uomo solo al comando non può non associarsi” spiega Alfredo D’Attorre. “Faremo la fine di Ingroia o di Bertinotti? Si può esorcizzare come si vuole, ma una sana democrazia ha bisogno della sinistra, è Renzi che fa il gioco della destra, facendo politiche di destra – chiosa Fassina. “Oramai il partito della Nazione è nei fatti” aggiunge Alfredo D’Attorre.
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