L’organizzatore dell’attentato all’Airbus A321-200 avrebbe un volto. Secondo il Sunday Times, il leader di un gruppo affiliato all’Isis, l’egiziano Abu Osama al-Masri, è la presunta mente dell’attentato che la settimana scorsa ha provocato l’esplosione dell’aereo russo sui cieli del Sinai, in Egitto. Il quotidiano londinese cita funzionari dell’intelligence. Al-Masri era già considerata da Londra “una persona di interesse”.
Secondo un altro quotidiano britannico, l’Independent on Sunday, “il posto di controllo delle telecamere che all’aeroporto di Sharm el Sheikh riprendono il personale addetto al carico dei bagagli spesso funziona al 50% e “succede a volte che non ci sia nessuno”. E’ quanto scrive oggi il quotidiano britannico, citando la testimonianza di un membro dello staff. Inoltre molte delle telecamere di sorveglianza nello scalo sono rotte e non vengono riparate, secondo la stessa fonte.
Le indagini non si fermano. E i dubbi che si sia trattato di un attentato terroristico vanno pian piano svanendo: gli Stati Uniti sono convinti al 99,9% che ad abbattere l’aereo russo è stata una bomba. Lo riferiscono fonti ufficiali americane alla Cnn. Mentre l’Fbi ha acconsentito a collaborare con le autorità russe. Lo riferisce il New York Times citando fonti americane. In particolare Mosca cerca aiuto per le analisi sui resti del velivolo, nel tentativo di determinare cosa lo abbia fatto precipitare. I resti sono disseminati in un’area di almeno otto miglia quadrate nel deserto e parti del velivolo sono state trasportate in Russia.
Intanto i primi italiani fanno ritorno dall’Egitto. E’ atterrato poco dopo l’una della notte all’aeroporto di Fiumicino il Boeing 737 della Blue Panorama (volo BV673) proveniente da Sharm el Sheikh con 118 turisti a bordo. Si tratta del primo gruppo di connazionali di ritorno nella Capitale dopo il disastro. Sorridenti, rilassati per nulla infastiditi dai controlli di sicurezza a cui si sono dovuti sottoporre prima della partenza dall’aeroportoh. “La presenza dell’esercito nello scalo, dove non c’è assolutamente una situazione di caos, è stata discreta – dice Marino Collaccini, di Roma – ed i controlli, molto accurati, ma per nulla invasivi, a livello psicologico hanno avuto l’effetto di un calmante. Siamo infatti partiti più sereni e tranquilli. In buona sostanza si è trattato di un doppio controllo del bagaglio, con il riconoscimento in pista della valigia prima dell’imbarco nella stiva dell’aereo”.
Dello stesso parere anche altri passeggeri. “Ci hanno chiesto di verificare se il nostro bagaglio, sia quello da stiva che quello a mano, era rimasto integro così come l’avevamo preparato prima di raggiungere l’aeroporto – spiega Serenella Zizza, di Civitavecchia, rientrata a Roma con il marito Gianfranco Coppa dopo una vacanza di una settimana a Marsa Alam – i n aggiunta a questo, prima di salire a bordo, ogni passeggero è stato ulteriormente controllato con il metal detector dalla testa ai piedi”.
“Non posso dire che sia stato un brutto soggiorno, ma non l’abbiamo certamente vissuto nel migliore dei modi – afferma Valentina Petrucco, di Roma – siamo sempre rimasti in contatto con amici e parenti in Italia, sicuramente più preoccupati di noi”. “Ammetto – conclude Petrucco – di essere stata particolarmente agitata al momento della partenza da Sharm, soprattutto per i controlli di sicurezza che, però, non ho trovato così impeccabili. Secondo me dovrebbero essere ancora più scrupolosi”.