Claudio Ranieri, eterno secondo (con la Roma, il Chelsea e il Monaco), per una notte è stato primo. Poi domenica i pareggi di Arsenal e Manchester City hanno riportato il Leicester City al terzo posto, con un punto in meno dopo 12 giornate di Premier League, ma siccome le rose delle prime valgono rispettivamente 402 e 515 milioni, si può dire che quello che sta accadendo a Leicester, il cui valore della squadra è di 99 milioni, sia un piccolo miracolo. Il club delle East Midlands, che nella sua storia ha vinto giusto un paio di coppe di Lega nei secondi anni Novanta sotto la guida di Martin O’Neill, e che mancava dalla Premier dal 2004 prima di esserci tornata lo scorso anno con Nigel Pearson, mai si era trovato così in alto. E se giustamente si celebra la favola del bomber proletario Jamie Vardy, dodici gol di cui gli ultimi nove di fila, a un passo dal record di Van Nistelrooy, anche in Inghilterra cominciano a tributare i giusti meriti a Claudio Ranieri.
Quando infatti a luglio Ranieri fu presentato come nuovo tecnico dei Foxes, in molti aggrottarono le sopracciglia. Gary Lineker, ex centravanti della nazionale e opinionista leader della Bbc, definì la sua scelta come “non ispirata”, e i media, impregnati di sciovinismo, seguirono la linea, anche solo per difendere l’ex tecnico autoctono Pearson, esonerato per una storia di sex tape e razzismo all’inglese in cui fu coinvolto il figlio. A Ranieri, per cui fu rispolverato il soprannome thinkerman (uno che pensa troppo, per questo visto in maniera negativa) appioppatogli quando alla guida del Chelsea faceva sostituzioni e cambi di modulo ritenuti troppo ermetici e complessi, fu imputata una carriera ricca di esoneri e il recente fallimento alla guida della nazionale greca. Eppure, il tecnico romano proprio al Chelsea aveva lanciato giovani come Lampard e Terry, e prima di lasciare la squadra a Mourinho aveva anche raggiunto la semifinale di Champions League.
Ecco, questo si può dire del tecnico italiano, di avere quasi sempre fatto discretamente bene con le sue squadre – la doppia promozione col Cagliari, la Coppa Italia alla Fiorentina, la Copa del Rey e la Supercoppa Uefa col Valencia, i secondi posti – senza mai trovare però il guizzo giusto, il colpo di genio per andare oltre il dovuto. Non avrebbe certo potuto farlo in una Juventus appena risalita dalla Serie B, che in fase di mercato gli regalò Tiago, Andrade e Almiron e che lui condusse comunque a un terzo posto con qualificazione in Champions, ma forse alla Roma (da cui si dimise dopo quello strano 4-3 subito a Genova dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio 3-0), all’Inter e al Chelsea. La partenza di Ranieri col Leicester è però subito sparata grazie a Vardy (il bomber della working class), Kanté (centrocampista franco-malese paragonato a Makelele) e Mahrez (funambolica ala destra algerina), e così arrivano i complimenti dei colleghi, con Wenger che prima di infliggergli l’unica sconfitta della stagione dice che le fondamenta del successo del Chelsea di Mou sono state gettate da Ranieri, e della stampa che si ricrede su quanto scritto in estate.
Con quel mix di aplomb british e genuinità testaccina che l’ha da sempre contraddistinto, Ranieri quest’anno nelle conferenze stampa si è scrollato di dosso anche quella patina di noia che lo aveva reso thinkerman – non che il Leicester City giochi un calcio zemaniano, tutt’altro, ma i risultati per ora lo premiano – rendendosi protagonista di memorabili performance. Prima promettendo davanti alle telecamere una pizza ai giocatori quando fossero riusciti a mantenere la porta inviolata, e qualche domenica dopo ammettendo che forse continuavano a subire gol perché agli inglesi la pizza fa schifo e doveva offrire qualcos’altro. Da ultimo, prima della notte di sabato in cui si è trovato in testa alla Premier, rispondendo così a domanda se aveva sentimenti di vendetta su Flores, attuale allenatore del Watford che lo sostituì sulla panchina del Valencia: “Certo che voglio vendicarmi! Lo odio! Voglio ucciderlo!”, con un teatrale silenzio prima di scoppiare in una fragorosa risata.
Twitter: @ellepuntopi
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Premier, Ranieri guida il Leicester al 3° posto. Mai successo nella storia del club
La squadra dei Foxes, anche grazie ai dodici gol del bomber proletario Jamie Vardy, ha un solo punto in meno delle corazzate (anche economiche) Manchester City e Arsenal. In Inghilterra cominciano a tributare i giusti meriti al tecnico italiano
Claudio Ranieri, eterno secondo (con la Roma, il Chelsea e il Monaco), per una notte è stato primo. Poi domenica i pareggi di Arsenal e Manchester City hanno riportato il Leicester City al terzo posto, con un punto in meno dopo 12 giornate di Premier League, ma siccome le rose delle prime valgono rispettivamente 402 e 515 milioni, si può dire che quello che sta accadendo a Leicester, il cui valore della squadra è di 99 milioni, sia un piccolo miracolo. Il club delle East Midlands, che nella sua storia ha vinto giusto un paio di coppe di Lega nei secondi anni Novanta sotto la guida di Martin O’Neill, e che mancava dalla Premier dal 2004 prima di esserci tornata lo scorso anno con Nigel Pearson, mai si era trovato così in alto. E se giustamente si celebra la favola del bomber proletario Jamie Vardy, dodici gol di cui gli ultimi nove di fila, a un passo dal record di Van Nistelrooy, anche in Inghilterra cominciano a tributare i giusti meriti a Claudio Ranieri.
Quando infatti a luglio Ranieri fu presentato come nuovo tecnico dei Foxes, in molti aggrottarono le sopracciglia. Gary Lineker, ex centravanti della nazionale e opinionista leader della Bbc, definì la sua scelta come “non ispirata”, e i media, impregnati di sciovinismo, seguirono la linea, anche solo per difendere l’ex tecnico autoctono Pearson, esonerato per una storia di sex tape e razzismo all’inglese in cui fu coinvolto il figlio. A Ranieri, per cui fu rispolverato il soprannome thinkerman (uno che pensa troppo, per questo visto in maniera negativa) appioppatogli quando alla guida del Chelsea faceva sostituzioni e cambi di modulo ritenuti troppo ermetici e complessi, fu imputata una carriera ricca di esoneri e il recente fallimento alla guida della nazionale greca. Eppure, il tecnico romano proprio al Chelsea aveva lanciato giovani come Lampard e Terry, e prima di lasciare la squadra a Mourinho aveva anche raggiunto la semifinale di Champions League.
Ecco, questo si può dire del tecnico italiano, di avere quasi sempre fatto discretamente bene con le sue squadre – la doppia promozione col Cagliari, la Coppa Italia alla Fiorentina, la Copa del Rey e la Supercoppa Uefa col Valencia, i secondi posti – senza mai trovare però il guizzo giusto, il colpo di genio per andare oltre il dovuto. Non avrebbe certo potuto farlo in una Juventus appena risalita dalla Serie B, che in fase di mercato gli regalò Tiago, Andrade e Almiron e che lui condusse comunque a un terzo posto con qualificazione in Champions, ma forse alla Roma (da cui si dimise dopo quello strano 4-3 subito a Genova dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio 3-0), all’Inter e al Chelsea. La partenza di Ranieri col Leicester è però subito sparata grazie a Vardy (il bomber della working class), Kanté (centrocampista franco-malese paragonato a Makelele) e Mahrez (funambolica ala destra algerina), e così arrivano i complimenti dei colleghi, con Wenger che prima di infliggergli l’unica sconfitta della stagione dice che le fondamenta del successo del Chelsea di Mou sono state gettate da Ranieri, e della stampa che si ricrede su quanto scritto in estate.
Con quel mix di aplomb british e genuinità testaccina che l’ha da sempre contraddistinto, Ranieri quest’anno nelle conferenze stampa si è scrollato di dosso anche quella patina di noia che lo aveva reso thinkerman – non che il Leicester City giochi un calcio zemaniano, tutt’altro, ma i risultati per ora lo premiano – rendendosi protagonista di memorabili performance. Prima promettendo davanti alle telecamere una pizza ai giocatori quando fossero riusciti a mantenere la porta inviolata, e qualche domenica dopo ammettendo che forse continuavano a subire gol perché agli inglesi la pizza fa schifo e doveva offrire qualcos’altro. Da ultimo, prima della notte di sabato in cui si è trovato in testa alla Premier, rispondendo così a domanda se aveva sentimenti di vendetta su Flores, attuale allenatore del Watford che lo sostituì sulla panchina del Valencia: “Certo che voglio vendicarmi! Lo odio! Voglio ucciderlo!”, con un teatrale silenzio prima di scoppiare in una fragorosa risata.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".