“Più consumi, meno paghi”. Questo è il motto della nostra società. In negozi, nei supermercati, su internet, l’obiettivo è sempre lo stesso: spingere i cittadini a consumare di più. Anche se non serve.
Se passerà la riforma della tariffa elettrica, proposta dall’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (Aeegsi) su mandato del Ministero dello Sviluppo Economico, questo “stile di vita” si applicherà anche all’energia elettrica. E poco importa se l’energia è un bene prezioso da non sprecare, se per produrla (poiché ancora si usano in gran parte carbone, petrolio e gas) si inquina, se il mondo intero va nella direzione opposta, ossia del risparmio di energia. L’importante è consumare di più. Perché più si consuma e più si produce. E così forse potremo salvare per qualche anno ancora le centrali a carbone che hanno ormai intrapreso un lento ed inesorabile declino.
La riforma, attualmente in discussione, e che sta ricevendo numerose critiche, prevede di ribaltare il principio oggi in essere con la tariffa progressiva “più consumi più spendi”, con uno diametralmente opposto: “Più consumi meno spendi”. Per spiegarla in parole semplici, ogni unità di energia che consumeremo in più, costerà un po’ meno.
Lo slogan sembra convincente, ma il risultato per le tasche degli italiani non sarà affatto positivo: ancora non ci sono stime precise al centesimo ma, se la riforma diventerà realtà così come è scritta oggi, oltre 15 milioni di famiglie vedranno le proprie bollette aumentare dal 10 al 30 per cento.
Maggiori consumi causeranno indubbiamente anche un aumento dell’inquinamento legato alla produzione, poiché gran parte dell’energia in Italia è ancora oggi prodotta con inquinanti combustibili fossili.
Danni all’ambiente, alle tasche dei cittadini, e anche all’economia, dove il settore dell’efficienza energetica rischia di subire l’ennesimo duro colpo. Ma non è tutto: a causa di alcune modifiche sugli oneri in bolletta verranno penalizzate anche le energie rinnovabili, in particolare il solare.
Insomma, una riforma che sembra non piacere proprio a nessuno e che sta infatti incontrando una vasta opposizione: associazioni dei consumatori, associazioni ambientaliste e la stessa politica danno un giudizio assolutamente negativo, tanto che i presidenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato (Realacci, Pd, e Marinello, Ncd) hanno scritto una lettera all’Autorità per chiedere spiegazioni.
Domani alle ore 10 a Roma si terrà un convegno tra tutte le parti in causa – associazioni, politica e Aeegsi – e si discuterà nel merito di tutte queste problematiche.
Speriamo che le cose cambino, altrimenti a farne le spese, come sempre più spesso accade, saranno l’ambiente e i cittadini.
di Luca Iacoboni, Responsabile Campagna Clima e Energia, Greenpeace