Il comitato olimpico adotta la politica della "tolleranza zero" nei confronti delle persone coinvolte nello scandalo: atleti, dirigenti e allenatori nel mirino del report della Wada. Dal Cremlino però, ribadiscono: "accuse infondate, mancano le prove"
Revoca e riassegnazione delle medaglie: è la richiesta dell Comitato olimpico internazionale (Cio) all’ Iaaf, la Federazione internazionale di atletica insieme all’avvio di procedimenti disciplinari verso tutte le persone accusate nel report: atleti, dirigenti e allenatori che adesso rischiano di non partecipare alle Olimpiadi di Rio.
“In base alla sua politica di tolleranza zero contro il doping il Cio prenderà tutte le misure e le sanzioni necessarie per quanto riguarda la revoca e la riassegnazione di medaglie, così come l’eventuale esclusione di allenatori e dirigenti dai futuri Giochi Olimpici”, si legge nella nota diffusa dal Comitato.
All’indomani della pubblicazione del report di 320 pagine della commissione indipendente della Wada sul doping di Stato russo, le conseguenze nel mondo sportivo russo si fanno sentire: dopo la sospensione provvisoria del laboratorio di Mosca, il ministro dello sport Vitaly Mutko, ha annunciato le dimissioni del direttore della struttura Grigory Rodchenkov, al centro delle accuse contenute nel rapporto. Anche se il Cremlino parla di accuse “infondate“.
“La Wada ha agito rapidamente sulla base di una delle principali raccomandazioni formulate dalla commissione indipendente nel suo report”, spiega il presidente dell’agenzia mondiale antidoping, Craig Reedie. “Il laboratorio di Mosca – aggiunge – è provvisoriamente sospeso e lo status dell’accreditamento del laboratorio stesso sarà deciso da una commissione disciplinare che sarà formata a breve per riesaminare il caso”. Nella struttura, secondo le prove raccolte dall’agenzia internazionale, agenti dell’Fsb (l’ex Kgb) si fingevano tecnici di laboratorio.
La sospensione a rimarrà in vigore per 6 mesi e vieta al laboratorio di compiere qualsiasi attività antidoping, comprese le analisi di campioni di urine e sangue. Le autorità antidoping russe possono presentare ricorso al Tas di Losanna contro la decisione entro 21 giorni.
In attesa di una decisione definitiva da parte della Wada, che si pronuncerà sulla base della raccomandazione della commissione disciplinare, tutti i campioni conservati nel laboratorio di Mosca saranno trasferiti “in modo sicuro e con una catena di custodia dimostrabile” a un altro laboratorio accreditato dalla Wada.
La accuse della Wada sul “doping di Stato” in Russia sono “infondate”. E’ quanto ha ribadito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Quando vengono formulate della accuse, ci devono essere prove sulle quali basarle – ha detto il portavoce, parlando da Sochi, dove è atteso il presidente Vladimir Putin – Fino a quando non ci sono prove, è difficile reagire a qualsiasi accusa, che appare piuttosto infondata”.
Dello scandalo ha parlato anche Alex Schwazer, chiamato nel 2012 dall’Agenzia antidoping russa (Rusada) a collaborare all’indagine, rispondendo “ad una serie di domande che riguardavano i contenuti di un colloquio che avevo avuto con i marciatori della squadra nazionale russa”.